Assassini seriali. Gianfranco Stevanin (12^ parte)

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Ora, prima di avviarmi veramente alla conclusione, veniamo al presente e tentiamo di capire, dall’ultima intervista rilasciata da Stevanin, se davvero questi, possa essere cambiato e se una donna, di cui afferma di esserne follemente innamorato e corrisposto, possa davvero dormire sogni tranquilli, in una ipotetica futura relazione sentimentale.
Intanto v’è da sottolineare che è lui, Stevanin, ad affermare che anche questa ipotetica donna, sia innamorata di lui, peraltro evitando di farne il nome, ammesso che la stessa esista veramente. Quindi, qualora fosse, è tutto da verificare, come pure il fatto, che, se questa donna, visto che sembra stesse studiando Stevanin, lo stia plagiando con il solo scopo di acquistare sempre di più la sua fiducia ed ottenerne il massimo delle informazioni.
Riguardo alle risposte di Gianfranco al giornalista, in verità, non pochi dubbi mi sorgono, in merito ad un suo possibile ravvedimento e cambiamento della sua indole criminale, specie quando afferma di non rammentare nulla dei suoi crimini, ma ricordando esattamente le persone uccise, sia prima che dopo l’evento omicidiario.
Allora, mi viene spontaneo chiedermi, come possa essere mai possibile che pur non rammentando di aver ucciso, ha comunque provveduto ad occultarne immediatamente e con non poca abilità i loro corpi, peraltro mutilandoli, martirizzandoli e compiendo su di essi atti di necrofilia, per poi essere ritrovati tutti, solo parecchio tempo dopo? Da dove sarebbero scappati fuori questi corpi?
Tuttavia, anche se tra un altalenarsi di sentenze contrapposte, che facevano seguito ad altrettante perizie psichiatriche, Stevanin, è stato definitivamente condannato all’ergastolo, perché ritenuto totalmente capace di intendere e di volere, nei momenti in cui ha commesso i suoi crimini.
Dice di essere pentito, ma di non ritenere opportuno chiedere scusa delle barbarie commesse su quelle donne, alle loro famiglie, ma in uno slancio di apparente bontà, magari, di potere essere di aiuto ad una coppia di anziani, quale riscatto per i fatti commessi. In buona sostanza, la medesima cosa che fece durante le varie udienze dei processi, durante le quali, non ha mai chiesto scusa ai parenti, né tanto meno, abbassato il suo sguardo in segno di pentimento e vergogna delle sue azioni.
Anche in una dichiarazione ai media, risalente all’anno 2010 e dopo aver salvato per due volte da tentato suicidio, un suo compagno di cella, Stevanin, ancora una volta ribadendo di non ricordare nulla del passato, esprime il desiderio di volersi fare frate francescano laico, analogamente a quanto fece molto tempo prima Alessandro Serenelli, uccisore di Santa Maria Goretti.
Non per ultimo, da osservare che Cesare Lombroso, definito da molti anche come il padre della moderna criminologia, ha basato le sue teorie anche sul concetto del criminale per nascita, che secondo i suoi studi, sarebbe stata insita anche in alcune caratteristiche del criminale, ritenuto, persona fisicamente diversa dagli altri uomini, in quanto a suo parere, dotata di anomalie ed atavismi, che influivano sul suo comportamento sociale.
Durante l’intervista, nella sua apparente serenità, Stevanin, ostenta la certezza, per non dire la spavalderia, che prima o poi, anzi, tra non molto, uscirà di carcere così da potersi fare una nuova vita.
Ora, alla luce di tutto quanto sopra, considerati anche i nostri sistemi giudiziario e carcerario più che garantisti, mi sento di condividere questa sua certezza, pur non avendo la ferma convinzione, che il mostro Gianfranco Stevanin, perché diversamente non si può definire, sia davvero cambiato e che sia effettivamente divenuto un altro uomo così come lui stesso si definisce, con il rischio che altre vite umane, possano essere messe nuovamente in grande pericolo, qualora esca di prigione.

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