Assassini seriali. Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio (3^ parte)
(continua dall’edizione precedente)
Tuttavia, ora è il momento di narrare i fatti.
La Cianciulli, dopo avere iniziato ben 17 gravidanze, dette vita a 14 figli, di cui solo quattro ebbero la fortuna di sopravvivere.
Intanto, siamo giunti al 1939, quando il figlio maggiore Giuseppe, il suo prediletto, studiava lettere all’Università di Milano, lavorando al contempo come istitutore al Collegio Nazionale di Correggio, gli altri due figli maschi, Biagio e Bernardo, studiavano al ginnasio, mentre Norma, la più piccola, frequentava ancora l’asilo.
Ed è in questi anni, nel periodo compreso tra il 1939 ed il 1940, che qualcosa nella mente della Cianciulli cambia, portandola a compiere tre efferate uccisioni seriali.
Fu proprio quando, poco prima dell’inizio del secondo conflitto mondiale, i suoi due figli maggiori, furono chiamati alle armi e che, secondo gli studiosi, proprio per questo, ed a causa della paura di vederseli morire al fronte, che sarebbe scattata la fatidica molla nella testa della donna, quella che l’avrebbe prestissimo indotta, ad una sorta di morbosa protezione dei figli, in cambio del sacrificio di altre innocenti vite umane.
I numerosi studiosi che hanno avuto modo di esaminare il caso successivamente, fanno menzione anche ad una Madonna nera, che sarebbe apparsa in sogno alla Cianciulli, chiedendole il sacrificio di vite umane innocenti, in riscatto della vita dei suoi due figli. “La superstizione di cui era intrisa la sua mentalità aveva deformato la sua visione della realtà tanto da renderla una donna amorale, incapace di distinguere il bene dal male”.
Nei suoi scritti, durante la sua detenzione, Leonarda, ebbe tra l’altro ad affermare:
“Non posso sopportare la perdita di un altro figlio. Quasi ogni notte sogno le piccole bare bianche di quegli altri, inghiottiti uno dopo l’altra dalla terra nera… per questo ho studiato magia, ho letto libri che parlano di chiromanzia, astronomia, scongiuri, fatture e spiritismo: volevo apprendere tutto sui sortilegi per riuscire a neutralizzarli”.
I fatti.
Tre amiche della Cianciulli, furono da quest’ultima abilmente circuite ed ingannate. Non erano più né giovani né belle, né tanto meno maritate e si narra, avrebbero fatto di tutto e di più, pur di cambiare la loro vita.
Ed ecco la prima vittima.
Setti Faustina, un’anziana donna, che non era capace neanche di scrivere, venne attratta dalla Cianciulli con la promessa di averle trovato un marito in Istria, nella città di Pola, consigliandole però, prima di raggiungerlo, di vendere tutti i suoi averi e prestandosi per scrivere, per suo conto, alcune lettere agli amici, mediante le quali Faustina, li rassicurava, comunicando loro di star bene e di trovarsi a Pola. Lettere che furono inviate successivamente dal figlio più grande Giuseppe, che nel frattempo, si era recato proprio a Pola con il compito di spedirle, così che le stesse mostrassero ai loro destinatari, il timbro del luogo, con l’intento di tranquillizzarli.
(continua nella prossima edizione)