Assassini seriali. Zu Shenatir, il ricco e potente mercante di Aden (2° parte)
(segue dalla scorsa edizione)
Come accade spesso, anche in questo caso la storia è molto avara e se viene scritta, va interpretata cercando di capire quali sono le fonti e le tendenze di chi lo ha fatto. Di lui, di Shenatir, si hanno pochissime e scarne notizie, se non quelle come già accennato sopra, che era un ricco e potente mercante di Aden e che la sua attività preferita, era quella di attirare nella sua lussuosa abitazione, poverissimi bambini affamati, promettendo loro cibo e quindi di sfamarli.
Gli archivi storici non riportano quale sia il numero vittime perite sotto i suoi colpi, ma è certo che i bambini adescati, che non sono stati pochi, finivano per essere tutti brutalmente violentati, sottoposti a rapporti sessuali anali e poi uccisi senza alcuna pietà.
Subito dopo, i corpi dei giovani ragazzi, venivano gettati come stracci dalla finestra più alta della sua ampia e sontuosa abitazione.
Le azioni di Zu, sono molto simili a quello che accadeva nello stesso secolo in Francia, quando uno degli uomini più facoltosi ed egualmente potenti del luogo, su cui ho già avuto modo di intervenire, il maresciallo Gilless de Rais, il quale con modalità analoghe, attirava e rapiva giovani ragazzi, che venivano torturati, violentati, sottoposti a pratiche esoteriche e poi uccisi.
Comportamenti analoghi, solo per citare altri due esempi, da me pure già trattati anche su queste stesse pagine, all’agire criminale e perverso della Contessa Elizabeth Báthory, detta la Contessa Dracula, che attirava anche in questo caso nel suo castello, giovani contadinelle vergini e poi cortigiane, sottoponendole ad atroci torture e sevizie, per poi sgozzarle, fare il bagno nel loro sangue, e successivamente, dando in pasto i loro poveri resti, ai cani o ai soldati di ritorno dalle battaglie, quest’ultimi, ignari di cosa stessero mangiando. Anche in questo caso, l’occultismo, non risulta estraneo ai fatti.
Per non dimenticare poi le azioni compiute da Enriqueta Martì Ripolless, soprannominata la vampira di Barcellona, nata poco dopo la metà del XIX secolo, la quale, dapprima esercitava l’attività di prostituta, poi divenuta una sorta d’imprenditrice, di notte gestiva un bordello di cui era proprietaria, mentre di giorno attirava poveri fanciulli per avviarli alla prostituzione e quando notava che alcuni di essi non riuscivano a dare le prestazioni sessuali richieste dai suoi clienti, straziava e martorizzava i loro corpi nella cucina del casino, definita poi dagli inquirenti, una vera e propria macelleria, sezionandoli in mille pezzi, poi accuratamente separati. Capelli, ossa, grassi, sangue, cuore, cervello e parti di intestino, venivano utilizzati per realizzare pozioni definite magiche, che Enriqueta vendeva ai tanti creduloni ed incolti benestanti dell’epoca, spacciati per pseudo medicinali e per miracolosi elisir, atti a risolvere problemi di ogni genere.
(continua nella prossima edizione)