Nuovo intervento del responsabile regionale per i Porti della Cgil Alfonso Astuti alla luce della convocazione del tavolo sul lavoro e lo sviluppo da parte dell’amministrazione comunale di Civitavecchia. Un tavolo che convince solo parzialmente il sindacato. “Valutiamo sempre positivamente l’apertura al confronto da parte delle amministrazioni comunali, solo che questo tavolo convocato dal Pincio per il prossimo 30 marzo, non centra in pieno gli obiettivi e le richieste che avevamo avanzato come Cgil. Auspichiamo che siano comunque presenti tutti gli interlocutori economici del territorio, dai vertici dell’Autorità di sistema portuale, a quelli di Torre Valdaliga nord e Tirreno Power. Siamo molto preoccupati per le vertenze occupazionali aperte a Civitavecchia e nell’intero territorio. E da mesi a preoccuparci particolarmente è anche la fase di stallo che sta vivendo il nostro scalo. I dati sulla contrazione dei traffici, soprattutto legati alle merci, diffusi da Molo Vespucci la dicono lunga. Così come la fase di stand by che sta interessando lo stesso ente dove ancora non si è insediato il Comitato di Gestione. Ferma restando la stima nel sindaco Antonio Cozzolino non credo che la sua esperienza in ambiti portuali possa essere paragonata a quella di sindaci come Doria di Genova. Il nostro porto ha bisogno di figure e professionalità tali da renderlo sempre più competitivo anche rispetto agli scali del nord Europa, esigenza espressa chiaramente anche dal legislatore nella riforma richiedendo comprovata esperienza nell’economia marittimo portuale. Se l’intenzione del legislatore era di affidare i porti ai sindaci credo che avrebbe scritto diversamente.
Un’ amministrazione che per 3 anni non ha attivato politiche sullo sviluppo, che non ha proferito parola sulla bocciatura da parte del Ministero per il tracciato finale della Civitavecchia – Orte, che è lo snodo fondamentale per il traffico delle merci e di collegamento al Corridoio 5 della rete trans europea, ma soprattutto il progetto dell’albergo e centro commerciale nell’area dell’ex Fiumaretta ci fanno capire l’assenza di una programmazione sinergica col porto per lo sviluppo anche e soprattutto della città.
Magari riprendere i piani regolatori della città e del porto e cercare di integrarli, proporre soluzioni che portino finalmente a far vivere il porto come fonte economica di sviluppo per la città e costruire prospettive concrete per l’imprenditoria locale e i lavoratori tutti, questo ci aspettiamo dal porto e dalle istituzioni.
Ma quando si è governati da “ambientalisti della domenica” che hanno concentrato la campagna elettorale contro l’inquinamento della centrale e che magicamente oggi scopriamo che l’aria in città è buona e che le navi sono la fonte di inquinamento, non credo ci siano i presupposti per costruire insieme. La rivisitazione dell’accordo con Enel e lo stratosferico sconto sui fondi destinati all’energia alternativa, ha fatto diventare proprio l’Enel amica dell’amministrazione. Forse le navi oggi inquinano perché l’amministrazione è in attesa di vedersi riconoscere i soldi dell’accordo firmato con il commissario Monti?
Oggi il rischio più grande non è solo di non essere attrattivi per i nuovi traffici, ma di perdere quelli già esistenti e ne il porto ne tantomeno la città può permetterselo, se qualcuno pensa di far tornare il nostro scalo ad essere il molo delle navi per le isole sbaglia di grosso e noi siamo pronti a qualunque azione, diplomatica e di lotta per impedire questo”.

 

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