I progettisti avranno ampia libertà, ma l’Adsp parte dagli studi Rina – Cdp – Kpmg del 2021 per l’opera. Di circa 200 milioni di euro l’apporto pubblico necessario.
CIVITAVECCHIA – (Shipping Italy). Dopo la pubblicazione su SHIPPING ITALY dell’articolo in cui si dava evidenza della documentazione ancora non pubblica per il bando relativo all’ “affidamento dei servizi attinenti all’architettura e l’ingegneria per la redazione del ‘documento di indirizzo alla progettazione’ (Dip) e del ‘progetto di fattibilità tecnico-economica’ (Pfte) dell’intervento denominato Darsena Energetica Grandi Masse (Degm)”, l’Autorità di sistema portuale di Civitavecchia ha provveduto a rendere consultabili le carte mancanti.
Ripercorsi i fallimenti susseguitisi da quando nel 2004 l’intervento fu inserito in Piano regolatore portuale, esse mostrano come, pur in assenza di palesi esigenze di mercato, l’obiettivo dell’ente sia quello di mandare comunque avanti un progetto a buon punto autorizzativo e utilizzare quindi i 2,7 milioni di euro ottenuti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per “individuare una possibile ‘ricollocazione’ dell’opera nel generale panorama della portualità italiana”.
A questo scopo l’Adsp ha quindi deciso di accompagnare “Relazione tecnico-metodologica del servizio” con alcuni studi condotti nel 2021 da Rina Consulting, Cassa Depositi e Prestiti e Kpmg, che, “lungi dal costituire la soluzione per lo sviluppo della nuova darsena”, potranno tuttavia “fornire importanti elementi di valutazione a supporto delle scelte strategiche che dovranno compiersi nel breve termine da parte dell’Adsp per un rilancio dell’iniziativa a livello nazionale”.
L’apporto di cospicui finanziamenti pubblici, infatti, già nel 2021 era ritenuto indispensabile, a prescindere dalla destinazione: dei 300 milioni di euro preventivati per lo sviluppo della Darsena Energetica Grani Masse, 192 dovrebbero arrivare dalla finanza pubblica. Quanto alle destinazioni funzionali possibili, la relazione spiega come siano “ampie e variegate”.
Dal settore energetico, con la “realizzazione di accosti petroliferi sul banchinamento interno del sopraflutto, che potrebbe ospitare anche serbatoi criogenici per il Gnl/Gpl”, a quello cantieristico/navale per il segmento maxiyacht (“anche attraverso la possibilità di realizzazione di un bacino di carenaggio”), alla “movimentazione delle merci alla rinfusa e/o unitizzate, anche in container”. Il tutto senza dimenticare la “prossima dismissione della centrale Enel” di Torre Valdaliga Nord e la conseguente necessità di “individuare possibili utilizzi per l’esistente molo carbonifero” e “l’istituenda Zona Logistica Semplificata”.
Detto che secondo Adsp risultano “sicuramente da aggiornare per tenere conto degli scenari attuali, fortemente influenzati dalla generale instabilità indotta dalla guerra russo-ucraina”, gli studi summenzionati ipotizzavano la suddivisione degli oltre 400mila mq della Darsena Energetica Grandi Masse in diverse aree.
Si proponeva infatti di trasferirvi dal 2026 (anno ipotizzato di realizzazione) “tutti i traffici di auto nuove di Civitavecchia”, sulla base della seguente previsione di traffico in due scenari (sono state 121mila quelle movimentate nel 2022).
Previsto inoltre un terminal multipurpose, “con una potenzialità complessiva stimata in 3,3 milioni di tonnellate che sarà compito del terminalista arrivare a saturare con il mix di tipologie di traffico più adeguato” (nel 2022 l’intero porto di Civitavecchia ha movimentato 10,2 milioni di tonnellate). Qui si prevedeva lo sviluppo di traffico container, ro-ro e project cargo con le seguenti dinamiche, sempre in due scenari (a fine 2022 i traffici di queste merceologie assommavano a Civitavecchia a 112.000 Teu, 240mila mezzi pesanti e 230mila tonnellate circa di merce solida varia non meglio identificata, in cui rientrano eventuali carichi fuori sagoma).
A completare la documentazione 7 diverse ipotesi di lay-out formulate dall’Adsp sulla base dei suddetti studi. (Shipping Italy).