La vice coordinatrice locale di Forza Italia, Emanuela Mari, interviene sulle ultime vicende che hanno investito l’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno centro-settentrionale e il suo presidente Francesco Maria Di Majo: “Non trascorre giorno – afferma Emanuela Mari – che notizie a dir poco preoccupanti vengono alla luce sull’operato della autorità portuale. Dalla perdita di commesse della Fiat alla concessione Port Mobility, dai pseudo protocolli d’intesa con l’armatore Grimaldi dei quali non si conoscono i contenuti alla vertenza Royal bus, fino ad una serie di vertenze dove ormai le soluzioni non sono più procrastinabili. Quel che però ci preme, ancor prima di lanciarci nell’ennesima crociata pro o contro una persona, è far capire che il lavoro portuale deve essere rilanciato e immediatamente condiviso con la città. Questo è l’unico modo di affrontare il problema: andare a vedere i contenuti delle problematiche mirando esclusivamente agli interessi dei lavoratori, tutti, e non gli interessi di parte siano essi economici o politici. Troppe volte il porto è stato depredato, non avendo progettato uno sviluppo industriale sostenibile da integrare al territorio. Le responsabilità di quanto sta accadendo, vanno ripartite tra tutti coloro che hanno avuto l’onere e l’onore di guidare i diversi processi all’interno dello scalo e certo, non può sottrarsi l’attuale Presidente che, seppur in sella da poco più di un anno, non ha certamente brillato per capacità e volontà. Inoltre, è ormai storia recente, che le stesse responsabilità provengono da un lato, da una serie di fattori manageriali ed imprenditoriali che partono da lontano, e dall’altro lato da una parte politica che oggi è colpevolmente silente per aver scelto un Presidente, almeno fino ad ora, inadeguato le cui responsabilità non possono essere addossate a Forza italia e/o ad una amministrazione ormai allo sbando. Nel caso le scelte si confermassero sbagliate, queste dovranno per forza di cose tramutarsi in responsabilità politiche che, come nella vita, dovranno portare alle logiche conseguenze. Detto ciò, facciamo rilevare come si stia assistendo ad una involuzione dei rapporti Porto/città, dove per la prima volta il sistema portuale scarica i problemi occupazionali sul territorio, abbandonando al proprio destino aziende che invece andrebbero valorizzate come avvenuto in passato. Non vorremmo che nel porto si venisse a creare la stessa situazione di altre grandi aziende che operano sul territorio, dove la città oltre a pagare il conto a livello di infrastrutture e inquinamento ambientale, si ritrova le aziende di fuori che vengono a fare business a Civitavecchia. Senz’altro la situazione dei traffici commerciali è un esempio in negativo. Sarà nostra premura sollecitare anche i vertici nazionali; Civitavecchia non può e deve rimanere sola nella gestione del problema. Chiederemo – conclude la Mari – un incontro al il presidente e al segretario generale per avere dei chiarimenti sui tanti lati oscuri emersi finora, non per protestare a prescindere, ma per riportare chiarezza sul territorio e per offrire soluzioni a problemi che non possono essere nascosti come fossero polvere sotto il tappeto. In caso contrario sapremo far sentire la nostra voce, come abbiamo dimostrato di saper fare da forza politica di governo”.

 

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