Si è svolto dal 6 all’8 dicembre il raduno Under 21 della nazionale italiana sordi di basket, tra gli atleti Christian Bellomi cresciuto alla RIM Sport Cerveteri.

CERVETERI – Animato da un ottimismo travolgente e da una inconsapevole sfrontatezza, Christian Bellomi è un giovane cestista classe 2009. Il basket è sempre stato la sua passione e lo ha sempre praticato a Cerveteri dove ha sviluppato un attaccamento particolare alla maglia della sua RIM. Christian, però, a causa di una meningite che lo ha colpito a solo un anno e mezzo, ha perso l’udito e, da pochi mesi, è stato riscoperto dalla Federazione Sport Sordi Italia (FSSI) che lo ha attenzionato. Da giugno, Christian ha partecipato a ben 4 eventi con la maglia azzurra e dal 6 all’8 dicembre è stato impegnato nel raduno nazionale under 21 di Sasso Marconi, Bologna. Per lui, ora, è lecito sognare in grande e la sua storia nel mondo del basket è veramente tutta da scrivere. Appena quindicenne, Christian dimostra una maturità unica e un’attitudine assolutamente positiva nei confronti del mondo che lo circonda, convinto che mostrarsi troppo forti non serva a niente e che solo grazie all’aiuto degli altri si possano raggiungere grandi obiettivi. Una mano che lui ha sempre chiesto e mai rifiutato perché ha dovuto fare i conti con le difficoltà e superarle, integrandosi e reagendo a ciò che gli accadeva intorno.
“La prima esperienza con una rappresentativa di ragazzi sordi è stata a giugno con la PSR Romana in una manifestazione aperta a giocatori di tutte le età” ha spiegato Christian. “Poi ho partecipato a una manifestazione a Brescia e siamo stati ospiti di un’importante finale a Livorno dove abbiamo giocato in un Palazzetto con migliaia di persone. Questo raduno, invece, permetteva ai selezionatori di iniziare a costruire la squadra Under 21 in vista dei mondiali di Tokyo dell’anno prossimo e ho avuto buoni riscontri da parte loro. Sono riuscito a mettermi in mostra e i coach hanno contattato Antonio (allenatore della RIM ndr.) per chiedergli di lavorare ancora di più su di me. Il raduno consisteva in una serie di allenamenti e si è concluso domenica con un triangolare amichevole contro la promozione del Sasso Marconi e l’Under 17 della Virtus Bologna, una società molto importante”.
La chiamata per la nazionale è arrivata in maniera del tutto inaspettata: “Stavo andando a scuola – ha raccontato Christian – e ho visto il messaggio di convocazione. Ero contentissimo. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma non pensavo così velocemente. Oltre a rappresentare l’Italia, stanno nascendo delle belle amicizie e il raduno è stato bello anche per quello. Diciamo che ritrovarsi con tutti ragazzi sordi ti fa sentire più tranquillo, si riesce a scherzare senza problemi sulla propria condizione ed è bello che qualcuno ti capisca a pieno. Tra l’altro, io sono abituato a giocare con udenti e, quindi, ad utilizzare l’apparecchio in campo. Invece, i sordi giocano senza nulla e utilizzano altri metodi per comunicare. Per me è stato tutto nuovo perché in quel caso nessuno sente e devo dire che riesci a rimanere più concentrato, più tranquillo”.
“Da piccolo, ma anche solo 2 anni fa, non speravo neanche di raggiungere un risultato di questo tipo” ha confessato Bellomi. “Per il 2025 ci sono già molte cose in vista, sono felice”.
“Non nascondo che ho avuto dei problemi a causa della sordità. Magari se c’è troppo rumore o i suoni forti mi danno fastidio. E ti dico anche che, però, alcuni tendono a sopravvalutarli, io grazie all’apparecchio conduco una vita normale, sento e parlo normalmente. Una cosa che mi dà fastidio, però, è quando i ragazzi sordi vengono chiamati sordomuti. È sbagliato perché i sordi sanno emettere suoni, si dice sordo e basta”.
E rispetto al rapporto con gli altri, Christian ha precisato: “Se gli altri sono disposti a conoscerti veramente, alla fine, ti abitui. Io mi ritengo fortunato perché le persone intorno a me mi hanno sempre aiutato. Mi sono venuti incontro, banalmente, con la mia squadra gli schemi vengono chiamati con i gesti oltre che con la voce. Penso che, una volta che riesci a chiedere aiuto, gli altri non te lo negheranno. Se cerchi di fare tutto da solo, è sempre difficile. Personalmente, sono sempre stato molto positivo e non ho mai avuto paura di chiedere una mano sia nello sport che nella vita. Mi rendo conto che non è una cosa scontata, ma mi sento integrato e non mi è mai capitato di essere rifiutato perché sordo. Anche quando è arrivato qualche scherzo o battuta di troppo, sono riuscito a farlo presente e a risolvere il problema”.
“Un aneddoto che posso raccontare è successo al Sacchetti Summer Camp, in Trentino, quest’estate. Il coach ha fatto giocare tutti i ragazzi con i tappi e ha detto loro che quel giorno si sarebbero sentiti come me. Mi sono sentito capito”.
“Per questa convocazione vorrei ringraziare sicuramente tutti i coach che mi hanno supportato, ma in particolare Antonio Pica. Se oggi sono in nazionale, è grazie a loro. Vorrei ringraziare anche la società perché sono qui da sempre, non sono andato via neanche nei momenti di difficoltà. Mi hanno saputo accogliere” ha concluso il giovane azzurro.

image_pdfScarica articolo (pdf)image_printStampa articolo

Lascia un commento

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com