Dopo lo sbarco dei migranti soccorsi da due ONG, si teme che Civitavecchia possa tornare porto sicuro: Autorità di sistema e Comune non possono reggere di nuovo la pressione.

CIVITAVECCHIA – Operazione riuscita, ma la domanda ora è un’altra: la storia si ripeterà? L’esperienza dell’ultimo fine settimana è stata in effetti una sorpresa, si è comunque conclusa con un bilancio positivo: le due navi di ong (organizzazioni non governative) che hanno trasportato migranti dalle coste dell’Africa hanno concluso gli sbarchi e tutto pare aver funzionato quasi alla perfezione.

Tanti gli attori che hanno partecipato alle operazioni. Si sono contate in effetti più persone impiegate nelle varie fasi dell’accoglienza che immigrati arrivati: volontari, forze dell’ordine, operatori delle varie istituzioni coinvolte (Asl, Comune, Autorità di sistema portuale), Guardia Costiera e probabilmente anche qualcun altro. La riuscita però è tale che chiedere il bis potrebbe non essere graditissimo. In particolare l’utilizzo della banchina 16 è una misura straordinaria che non è possibile ripetere. Da lì partono le autostrade del mare, con traffico passeggeri destinato a salire fin dai prossimi fine settimana, per non parlare dei ponti da Pasqua in poi: impensabile organizzare uno sbarco di migranti in mezzo alle auto dirette in Sardegna, con il risultato che l’operatività del porto ne sarebbe gravemente condizionata.

Anche dal Comune si è vissuto con disagio l’arrivo di circa 60 minori non accompagnati (gli unici rimasti sul territorio, a carico dei locali servizi sociali) che hanno riempito tutte le strutture, a maggior ragione perché dalla seconda nave ne sono per giunta sbarcati quasi il doppio di quanti ne erano stati annunciati.

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