Bilancio, giro a vuoto
Nonostante i “cambi”, il consiglio comunale continua a non funzionare.
Perse altre settimane: ora si discuterà il 30 marzo, venerdi santo! E la città aspetta!
In attesa della riconvocazione del consiglio comunale, vale la pena soffermarsi sull’eredità lasciata dal giro a vuoto sul bilancio avvenuto in settimana. Perché c’è un dato politico e c’è n’è uno amministrativo. Cominciamo da quest’ultimo, giacché è quello che
interessa più ai cittadini. Ai quali è stato mandato a dire, dalla maggioranza a 5 stelle, che l’approvazione del bilancio (nonostante
sia in ritardo – è bene ricordarlo – di mesi) può attendere. Insomma, i fedeli scudieri del MoVimento, quelli che si chiamano “portavoce”, non sono stati capaci di garantire il numero legale nella seduta di consiglio comunale più attesa dell’anno. Ciò, tornando al popolo che dovrebbe essere sovrano, significa che i ritardi si accumulano: il bilancio è infatti lo strumento attraverso il quale un’amministrazione decide e programma gli interventi per l’anno in corso. La circostanza che le opere pubbliche si
contino sulle dita di una mano non è quindi scollegata dal discorso. A dirla tutta, anzi, il buco nell’acqua dell’aula Calamatta
si aggiunge in perfetta continuità logica con le buche nell’asfalto. Ora, il dato politico. Il sindaco Antonio Cozzolino, come da copione collaudato e vidimato durante tutta la sua esperienza amministrativa, minimizza. “Prima che i soliti noti si lancino
in fantasiose congetture, – recita la specifica del primo cittadino arrivata nelle ore successive al consiglio comunale andato deserto – è bene precisare che l’assenza del dott. Fulvio Floccari è stata causata da un banale imprevisto mentre quella di Emanuele La Rosa, dovuta a motivi di salute, era già stata messa in preventivo”. E allora “nessun dramma, – conclude Cozzolino
– solo un ritardo di 15 giorni che si riverbera unicamente sulla città: con l’approvazione del bilancio sarebbero partiti una serie di lavori in città a partire dalla sistemazione dei dissesti stradali (appunto, ndr). Purtroppo l’opposizione non ci ha concesso neanche 15 minuti di tempo per permettere a Floccari di arrivare. La città ne prenderà atto”.
Meglio così. Temevamo infatti che si vedesse un film già visto. Cioè l’inizio del malessere da parte di consiglieri a 5 stelle,
consapevoli di non aver minimamente inciso, se non in peggio, nelle condizioni della città. Un meccanismo che in passato
si è ripetuto spessissimo, con esiti magari diversi ma sempre con le stesse dinamiche: il singolo che si confronta con qualche altro collega senza essere preso nella minima considerazione, che si stacca a suon di assenze, che viene accusato di voler “tradire”, che infine viene costretto a dimettersi, quando non ha la forza di dire a voce alta che sarebbe bene per tutti se a questa
giunta si staccasse la spina. Meglio così, si diceva: anche perché nella lista del Movimento 5 stelle sono disponibili solo le ultime due riserve, con appena qualche voto personale.