Biodigestore, Civitavecchia Bene Comune: ”Vicenda paradossale”
“La vicenda del mega biodigestore che la società Ambyenta Lazio vorrebbe arrogantemente realizzare a Civitavecchia sta assumendo toni paradossali”. Civitavecchia Bene Comune interviene sul procedimento regionale che sta andando avanti nonostante l’impianto, ricordano dall’associazione, non sia previsto dalla pianificazione regionale e comunale, estraneo alle necessità del territorio, che ha visto la contrarietà dell’intera comunità, delle istituzioni locali e delle forze politiche.
“Di fatto un impianto non necessario imposto all’intero territorio dalle volontà speculative di un privato qualsiasi, grazie all’ignavia della Regione Lazio che, abdicando al proprio ruolo di direzione politica e di programmazione e pianificazione della gestione dei rifiuti ambientalmente compatibile – hanno spiegato – ha delegato alla burocrazia degli uffici il compito di completare l’iter con un procedimento tecnico del tutto anomalo che la sollevi dalla responsabilità politica di rilasciare l’autorizzazione all’esercizio dell’ennesimo mega impianto inquinante contro la volontà della popolazione. Ed infatti è di pochi giorni fa la anomala e immotivata (visto che era già stata emessa in sede di conferenza dei servizi) pubblicazione da parte della Regione Lazio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per il mega biodigestore di Ambyenta Lazio. Intendiamo ribadire ancora una volta il nostro no. Lo diciamo ad Ambyenta Lazio in primis e alla Regione Lazio, che, peraltro, lo sa perché glielo abbiamo già detto in diverse sedi e con diverse modalità. Non vogliamo sul nostro territorio aziende che vengono a fare profitto a discapito del bene pubblico. Il nostro no è ben motivato, e origina non solo dalla consapevolezza che non sia accettabile realizzare impianti altamente inquinanti in un territorio quale il nostro già fortemente gravato ambientalmente, ma anche, e soprattutto, perché a fronte di circa 7.000 tonn. di rifiuti organici prodotti dal comprensorio, non abbiamo bisogno alcuno di un biodigestore che tratti 120.000 tonn. I rifiuti da trattare arriveranno principalmente dall’area metropolitana di Roma Capitale e dal Lazio, con tutto quello che significa in termini di inquinamento da traffico (parliamo di circa quaranta camion giornalieri). Inquinamento che si andrà a sommare alle emissioni di gas metano che andranno ad aggravare il nostro già precario equilibrio ambientale, al 40% di ceneri speciali che dovranno comunque essere smaltite in discarica, e dulcis in fondo, ma non meno impattante, l’aria maleodorante che si propagherebbe per tutta l’area circostante, zona Industriale e quartiere di Aurelia. Sono anni che diciamo che c’è l’alternativa”.
Secondo Civitavecchia Bene Comune basterebbe infatti copiare quello che in tanti altri Comuni come, a titolo esemplificativo, quello di Tivoli, paragonabile per densità abitativa più o meno a quello di Civitavecchia, dove sono state messe in opera compostiere di quartiere gestite direttamente dai cittadini e impianti aerobici di piccola taglia a biocelle e a tenuta stagna, praticamente degli scarrabili, che producono compost realmente di qualità. “Pratica, quella del compostaggio aerobico che ha consentito ai cittadini in questione di usufruire anche di uno sconto del 30% sulla Tari – hanno aggiunto – non accettiamo nessuna riduzione della taglia dell’impianto anaerobico, non vogliamo nessuno che venga a fare affari sul nostro territorio, c’è l’alternativa, sappiamo come si fa, basterebbe copiare. Invitiamo tutti, anche il Sindaco di Civitavecchia, ad andare sul sito del Comune di Tivoli e verificare direttamente. Chiediamo invece alla Regione Lazio, nella persona del Presidente Zingaretti e della sua maggioranza, di assumersi la responsabilità di pretendere il rispetto della programmazione approvata – hanno concluso – e sottrarre il nostro territorio alle volontà speculative di Ambyenta Lazio. No al mega biodigestore”. (Civonline)