Per il Pincio si tratta comunque di un atto propedeutico all’impianto che Ambyenta Lazio vorrebbe realizzare a Monna Felicita.
“È arrivata una comunicazione dalla Regione Lazio sul biodigestore. La conferenza dei servizi è chiusa con parere positivo con prescrizioni e condizioni”. Lo ha annunciato ieri il sindaco Ernesto Tedesco, intervenendo durante il consiglio comunale ed interrompendo per un attimo i lavori legati alla discussione sul bilancio di previsione. In realtà, lo ha poi chiarito andando a leggere bene il documento, si tratta dell’autorizzazione per la realizzazione di metanodotti di servizio che allacciano l’impianto di Ambyenta Lazio alla rete a gas. Di fatto, come sottolineato dall’assessore all’Ambiente Manuel Magliani , un atto propedeutico alla realizzazione dell’impianto contestato dal territorio.
“La popolazione della città e del comprensorio, insieme alla politica e alle istituzioni locali e ai consiglieri regionali Gino De Paolis e Devid Porrello, hanno detto No al megabiodigestore di Ambyenta Lazio, scendendo in piazza compattamente in grandi manifestazioni unitarie, ma alla Regione non si vogliono ascoltare le ragioni del territorio e si insiste in tutti i modi, percorrendo anche vie traverse, a riproporre il progetto dannoso del biodigestore – hanno commentato infatti da Civitavecchia Bene Comune – mentre le proteste e le contestazioni sollevate in merito all’irricevibile parere positivo hanno interrotto la fase conclusiva dell’iter procedurale di autorizzazione del biodigestore, si è conclusa la conferenza di servizi che autorizza la realizzazione del metanodotto di servizio. Ci saremmo aspettati che prima dell’opera di servizio fosse stato autorizzato l’impianto principale, ma evidentemente alla Regione seguono altre logiche, sostenute da chi è convinto che il biodigestore si deve fare, anche contro la volontà dei residenti. Costoro stanno dalla parte della società Ambyenta e dei profitti aziendali, non si preoccupano nè dell’impatto ambientale e sanitario sui territori né del fatto che vengono cancellate le linee programmatiche del piano regionale dei rifiuti, del principio di prossimità e autosufficienza nella localizzazione degli impianti di trattamento rifiuti. Inoltre è ormai appurato da evidenze scientifiche che il gas metano disperso produce effetti climalteranti maggiori della CO2 ed è stato reso noto che le perdite fuggitive dalla rete italiana del gas metano sono tuttora pari a quasi il 20%, dato 2020 della European Environment Agency (https://www.eea.europa.eu). Quindi bruciare il gas prodotto con i biodigestori, anziché utilizzare l’umido per il compostaggio, non solo non è economia circolare – hanno concluso – ma ci allontana dagli obiettivi di riduzione dei gas serra che vogliamo raggiungere in tempi brevi per evitare conseguenze globali disastrose. Il territorio continua ad essere convintamente e fermamente contrario al biodigestore Anbyenta, l’Amministrazione regionale deve convincersi che non potrà continuare ad aggravare l’impatto sull’ambiente e la salute nascondendo le proprie responsabilità dietro iter burocratici e decisioni degli uffici tecnici o accampando necessità imposte dall’emergenza rifiuti della capitale”.
(Civonline)