“Si è chiusa oggi, con esito favorevole per i proponenti, ma non certo per la città, la Conferenza dei Servizi sul mega biodigestore da 120.000 ton/a di rifiuti organici, che la Ambyenta Lazio spa vorrebbe realizzare a Civitavecchia.
Una conclusione indecente e inaccettabile, risultato di un procedimento anomalo nei tempi e nei modi, che ha ignorato, anche in deroga alla normativa vigente, ogni parere contrario espresso dai Comuni del comprensorio, dalla Sovrintendenza, dalla Asl RM4 che ha argomentato il proprio diniego con i risultati allarmanti delle patologie registrate dallo studio dell’Osservatorio epidemiologico regionale, dal Comune di Civitavecchia che ha posto vincoli urbanistici e, infine, cosa ancor più grave, dallo stesso Sindaco, intervenuto personalmente per porre il divieto di attivazione dell’impianto ai sensi del RD 1265/1934.
Un procedimento e una conclusione che è difficile definire anche solo assurda e che rasenta l’illegittimità: pareri degli uffici regionalicompetenti per aspetti fondamentali della tematica quali la Gestione dei Rifiuti e la Valutazione Ambientale non pervenuti, altri pareri e documentazione inviati all’ultimo minuto, decisione finale assunta dal Responsabile del Procedimento senza motivazioni e soprattutto senza tener conto dell’obbligatoria acquisizione, come invece prescritto dall’art 29 quater c.6 del Dlgs.152/2006, del divieto di attivazione del Sindaco.
Nessuna programmazione del ciclo dei rifiuti secondo gli interessi pubblici previsti nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, ma solo adesione all’assalto dei privati nell’ “affare monnezza”.
In altre parole diritti costituzionalmente garantiti quali la salute, il paesaggio, la tutela del territorio, arrogantemente spianati agli interessi economici di un privato, con la complicità degli uffici regionali.
Il tutto in un silenzio assordante dell’Amministrazione Regionale, oltreché della Città metropolitana, degli assessori competenti, del presidente Zingaretti. È loro la grave responsabilità di non aver fornito indirizzi e di lasciar gestire alle aree tecniche della Regione processi importanti di decisione le cui conseguenze ricadono sulla pelle dei cittadini amministrati.
Una dichiarazione di guerra a questi nostri luoghi, davanti alla quale non rimarremo inermi e contro la quale, ancora una volta, cercheremo di riunire tutte le forze sane di questo territorio percorrendo tutte le strade possibili: da quelle amministrative a quelle giudiziarie.
La conferenza dei servizi è indecorosamente finita; ora inizia la guerra, nelle piazze così come nei luoghi deputati, uffici o aule giudiziarie che siano.”