Biogas Tarquinia. Lettera al Sindaco
“Egregio Sindaco,
abbiamo appreso, ed apprezzato, il suo ribadire la contrarietà dell’Amministrazione Comunale alla
realizzazione dell’ impianto per la produzione di gas metano attraverso la digestione anaerobica di rifiuti
organici urbani e di scarti derivanti da fanghi di depurazione e forsu proposto dal Consorzio Pellicano in
Località Olivastro, attraverso la mozione votata all’unanimità nel Consiglio Comunale del 30 agosto u.s.
Non possiamo, però, non evidenziare che tale atto, oltre a non sancire il diniego all’insediamento di
impianti inquinanti su tutto il territorio comunale, ma a limitarlo all’impianto proposto in località Olivastro,
pecca di alcune ulteriori criticità, primo fra tutti un fermo impegno a tutela della salute dei cittadini di
Tarquinia.
Nella delibera, ad esempio, non si fa riferimento alcuno al fatto che, l’impianto in oggetto rientra tra
le industrie insalubri di 1^ classe, per essere iscritto nell’elenco di cui al D.M. 5 settembre 1994, lettera B,
punto n. 100 (“rifiuti solidi e liquami: depositi ed impianti di depurazione, trattamento”), con tutto ciò che ne
consegue ai sensi dell’art. 216 del Testo Unico delle leggi sanitarie (Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265),
ove è previsto che gli impianti riconducibili alle industrie insalubri di 1^ classe devono essere “isolati nelle
campagne e tenuti lontani dalle abitazioni”.
Ci saremmo aspettati, ma non ve ne è traccia nella delibera approvata, una espressione di forte
criticità verso la “nota” della ASL VT che non esplicita concretamente un netto diniego al progetto, ma dopo
aver lamentato la scarsità di documentazione progettuale, appura – bontà sua – che in località Olivastro a
breve distanza dall’area dove si vuole localizzare l’impianto in questione, e cioè entro 300 metri, vi sono
degli “edifici”.
Edifici, egregio Sindaco, che sono le abitazioni di uomini e donne in carne e ossa che subiranno in
prima persona e sulla propria pelle le conseguenze di un’eventuale installazione di un impianto insalubre
vicino ai loro luoghi di vita. Motivo per il quale le chiediamo di inoltrare specifica richiesta affinché i “camici
bianchi” della ASL vengano a constatare di persona ciò che è dichiarato nella perizia tecnica giurata in
tribunale dal geometra M.A. (documento agli atti del procedimento) e cioè che in realtà vi sono numerose
famiglie, anche con bambini di solo un anno di vita, che risiedono a pochi metri (una addirittura a Km zero)
dall’insediamento industriale che si vorrebbe realizzare.
Riteniamo utile, inoltre, porre alla Sua attenzione che nel sopra citato art. 216 del R.D. 27 luglio
1934, n. 1265 si legge: “Chiunque intende attivare una fabbrica o manifattura, compresa nel sopra indicato
elenco, deve …darne avviso per iscritto al podestà, il quale, quando lo ritenga necessario nell’interesse
della salute pubblica, può vietarne la attivazione o subordinarla a determinate cautele.”
A tal fine le ricordiamo che l’Alto Lazio è una delle zone in Italia con i tassi più elevati d’incidenza di
patologie neoplastiche (mortalità per cancro + 10% rispetto al resto del Lazio – Dati Sanità Regione Lazio),
come si evince anche dallo studio “Valutazione epidemiologica dello stato di salute della popolazione
residente nei Comuni di Civitavecchia, Allumiere, Tarquinia, Tolfa e Santa Marinella”, redatto dal
Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio e pubblicato nel
Febbraio 2012. Dati allarmanti riconfermati anche nel più recente “Effetti delle esposizioni ambientali e
occupazionali sulla mortalità della popolazione residente nell’area di Civitavecchia”, anch’esso del
Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio pubblicato nel Maggio 2016.
A quanto sopra si aggiunga che è dato scientificamente acclarato che gli impianti con produzione di biogas:
danno luogo ad importanti emissioni in atmosfera di numerosi composti chimici, tra i quali sostanze
nocive alla salute umana (alcune delle quali cancerogeni certi per l’uomo): ossido di azoto e zolfo,
acido cloridrico, formaldeide (Gruppo 1 IARC), monossido di carbonio, acetaldeide, metano
incombusto, alte concentrazioni di CO2, e produzione di polveri sottili, tutti fattori di alto rischio procancerogeno
o di malattie respiratorie e cardiovascolari;
sono ad alto rischio di contaminazione patogena batteriologica e pertanto non sono assolutamente
innocui né per i terreni né per la falda acquifera che, nel caso specifico, è rilevabile a quote
“prossime a quella di campagna” come evidenziato nel parere dell’Area Difesa del Suolo della
Regione Lazio prot. 150600 del 7 aprile 2011. Infatti, la fermentazione anaerobica dei rifiuti organici
favorisce la produzione di batteri sporigeni anaerobi come il Clostridium Botulinum che, attraverso il
digestato (prodotto finale della lavorazione di tali impianti) successivamente sparso sui campi come
concime, può determinare problemi anche mortali negli animali d’allevamento e finanche alle
persone (Allarme botulismo dalla Germania; Prof. Dr. Helghe Bohnel).
emettono emissioni odorifere fortemente fastidiose;
Non è certo casuale, in tal senso, che la stessa Valutazione d’Impatto ambientale approvata con
Determinazione n. GO1533 del 14 02 2017, seppur basata su un’istruttoria estremamente carente, prescriva
comunque “almeno un anno prima dell’entrata in esercizio dell’impianto …omissis…il monitoraggio della
qualità dell’aria finalizzata alla determinazione dei livelli di PM10, PM 2,5, NO2, NH3, Benzene formaldeide”
e “… due campagne di durata mensile per anno (una nella stagione calda ed una nella stagione fredda) di
rilevamento delle deposizioni atmosferiche dei microinquinanti organici (IPA, PCDD, PCDF, PCB totali e
PCB diossino-simili) ed inorganici (metalli: As, Pb, Cd, Ni, Cu, Cr, Hg). “ specificando che “Tali composti
sebbene emessi in quantità minime possiedono infatti proprietà chimico fisiche e tossicologiche capaci di
indurre nel tempo situazioni di rischio”.
Converrà, peraltro, con noi che gli effetti dell’impianto come sopra illustrati avranno un effetto
cumulo con le altre attività ad elevato impatto ambientale già presenti sul territorio (Centrale a carbone di
Torrevaldaliga Nord, centrale turbogas di Torrevaldaliga Sud, centrale policombustibile di Montalto di Castro,
porto crocieristico, deposito di pet coke in località “I Cipressi”, centro di smaltimento per le armi chimiche
CETLI, etc..) dal quale risulterebbe un vero danno esponenziale per la salute dei cittadini e dell’ ambiente.
Sulla base di quanto sopra illustrato siamo a chiederle, come reiteratamente fatto anche con il
Sindaco pro tempore che l’ha preceduta, con note depositata al protocollo del Comune in data
17.03.2014 e 08.04.2017, sottoscritte – vale la pena evidenziarlo – anche da molti esponenti
dell’Amministrazione Comunale sia di maggioranza che di opposizione, di concretizzare il Suo
diniego avvalendosi, in sede di conferenza dei servizi AIA, in qualità di massima Autorità Sanitaria Locale
dei poteri di cui al Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265, esprimendo parere negativo alla
realizzazione dell’impianto di compostaggio con sistema anaerobico per produzione di energia e di gas
metano proposto dal Consorzio Pellicano”.
Per il Forum Ambientalista Simona Ricotti
Per l’Associazione “Bio Ambiente – Cura e Salvaguardia del Territorio di Tarquinia e dell’Alto Lazio” e in rappresentanza dei cittadini della Località Olivastro Dr. Gian Piero Baldi