CALCIO, ECCELLENZA. Dopo una stagione fenomenale con 34 reti segnate il caterpillar nerazzurro saluta la società. L’Unipomezia chiama, il numero 10 risponde sì. «Non è affatto un fulmine a ciel sereno, la dirigenza era a conoscenza della trattativa. Per questa maglia ho rifiutato anche la serie D. Le scelte erano diventate due: restare qui o andare a Pomezia, ho scelto di andare via perché quando un club del genere ti vuole non puoi rifiutarlo. Lascio ricordi bellissimi, una gran bella famiglia». Dal primo luglio sarà un giocatore rossoblu. Per ora c’è soltanto la stretta di mano, a breve la firma. Possibile contratto di un anno. «Se non fosse stato per questo glorioso team tutto questo non sarebbe stato possibile. La vita però, prima o poi, ti mette davanti a un bivio»
Ha fatto esultare migliaia di tifosi, piangere lacrime di emozione, ridere i suoi compagni nello spogliatoio e gioire tutte quelle persone amanti del Civitavecchia Calcio, sempre presenti sulle tribune della Cavaccia di Allumiere a incitare la propria squadra.
Nativo di Canale Monterano, classe 1989, trent’anni il prossimo 22 luglio, il primo di tre fratelli dopo i calciatori Miguel e Cristian, ex Montalto, vincitore della Coppa Italia Promozione con i gialloblu nella stagione 2017/2018 e la bellezza di 34 gol realizzati nell’ultima annata con la maglia numero dieci sulle spalle di colore nerazzurra tra triplette, poker e manite.
Nome e cognome? Semplice. Manuel Vittorini.
Proprio lui, il secondo miglior capocannoniere del girone A di Eccellenza laziale dopo il talentuoso ventiduenne Aimone Calì, protagonista assoluto nella stagione appena terminata col Civitavecchia Calcio 1920, attaccante più prolifico dell’intera rosa con 34 gol segnati fra campionato e Coppa Italia.
Un talento, o meglio dire un fenomeno. Sì, fenomeno, è proprio questo l’aggettivo perfetto. Inutile negarlo, Manuel Vittorini è quell’attaccante che tutte le dirigenze, dal dilettantismo al professionismo vorrebbero nel reparto offensivo. È superfluo elencare tutte le sue caratteristiche, perché tutti i tifosi di qualsiasi squadra che hanno avuto l’onore di vederlo giocare e tifare almeno per un anno sono consapevoli delle magie che questo top player può fare.
Vittorini nel modulo di Rocchetti prima e Scorsini dopo ha ricoperto spesso il ruolo di attaccante centrale. Un atleta a 360° dotato di una grande velocità, coordinazione e fisicità grazie ai suoi 183 cm di altezza e 81 kg di peso. La precisione e potenza di tiro hanno reso questo giocatore infallibile sotto porta. Nelle fasi di costruzione, sviluppo e rifinitura ha saputo prediligere, ricevere il pallone nei piedi abbassandosi anche nella zona laterale destra di centrocampo. Ha cercato molte volte combinazioni con il terzino Befani e il centrocampista Mannozzi, andando lui stesso al cross o accentrandosi per la conclusione in porta. A queste caratteristiche c’è da aggiungere poi una grande personalità, a volte quasi eccessiva, sia dentro che fuori dal campo con una “maniacalità” in allenamento che gli ha permesso di essere una vera e propria macchina da gol.
Tutto questo si può racchiudere con una sola immagine, anzi due: il poker realizzato domenica 10 febbraio sul campo di Nemi, casa dello Sporting Genzano, e la stratosferica manita rifilata un mese dopo, il 24 marzo, a Roma ai danni del Campus Eur. Ecco, sul Lungotevere Dante 311 il bomber ha scritto un’importante pagina, l’ennesima, nel suo curriculum già pieno di trionfi ottenuti e successi conquistati sul campo. E chissà ancora quante altre vittorie aggiungerà.
Nella vita però si sa, prima o poi a chiunque capita sempre quel bivio, quel maledetto bivio che tra mille difficoltà ti obbliga a dover scegliere quale strada prendere, soprattutto quando una la conosci fin troppo bene, perché probabilmente ci hai trascorso tutto: momenti intensi assai belli e forse anche meno belli ma alla fine sai che se cambierai non sarà più come prima.
Lo scrittore Tiziano Terzani diceva che ‘‘Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è più speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene in guardia’’.
Oggi, dopo un anno con il gradito ritorno dopo l’esperienza vissuta nel 2015/2016, termina il matrimonio con il Civitavecchia Calcio 1920. Manuel Vittorini ha accettato la corte dell’Unipomezia di patron Valter Valle. Un addio, o forse un arrivederci, nessuno lo sa e potrà saperlo. Il bomber dal primo luglio sarà a tutti gli effetti un giocatore rossoblu al cospetto di mister Sandro Grossi ma fino al 30 giugno è ancora un giocatore della Vecchia. Infatti per ora c’è solo l’accordo, una stretta di mano, la firma con il probabile contratto di un anno verrà stilata a fine mese e da quel giorno, volenti o nolenti, tutti quei nerazzurri che hanno urlato ogni domenica il suo nome, dovranno essere consapevoli che non potranno più farlo. Un amore bello durato forse troppo poco. Un amore che stava piacendo. Vittorini era il trascinatore del Civitavecchia, grazie a lui il club non è retrocesso in Promozione. In ogni gara il suo sigillo c’è sempre stato ma da oggi il popolo nerazzurro sicuramente avrà capito che ‘‘L’amore è anche imparare a rinunciare all’altro, a saper dire addio senza lasciare che i propri sentimenti ostacolino ciò che probabilmente sarà la cosa migliore per colui che hanno sempre sostenuto’’.
Sarà difficile ora sostituire uno dei migliori attaccanti della Regione Lazio. E pensare che fino alla scorsa settimana sembrava dovesse restare. Ecco, sembrava.
Vittorini lascia in eredità 34 gol e tanti bei ricordi di colore nerazzurro.
Ricordi ormai del passato che provocheranno nostalgia nel futuro.