Venerdì 25 ottobre alle ore 18.00 presso il Teatro Colussi in via Bernini, 40 a Civitavecchia. Ospite Fabrizio Peronaci, giornalista e scrittore, con il quale affronteremo le tematiche relative ai gialli nel mondo ecclesiastico.

Fabrizio Peronaci (Pavia, 1964) è laureato in Scienze politiche, giornalista professionista e autore di libri-verità. Dal 1992 lavora al “Corriere della sera” nella sede di Roma e dal 1998 è caposervizio della cronaca nera. In precedenza ha lavorato a Messaggero, Italia Oggi ed Europeo. Ha seguito i principali gialli e cold case della capitale. Dal 2015 si occupa anche di inchieste e approfondimenti carta-web. Nel 2016 ha fondato il Gruppo Facebook “Giornalismo investigativo by Fabrizio Peronaci”, che approfondisce e riporta d’attualità casi di malagiustizia e di giustizia negata. Decisivi gli impulsi del Gruppo in relazione all’omicidio di Roberta Ragusa, alla conoscenza del caso Orlandi-Gregori e all’opaca figura del santone Christian Del Vecchio, sedicente guaritore di malati di tumore (con l’olio sgorgato dalle sue mani). Specializzato anche in scandali vaticani, tra i suoi libri “Mia sorella Emanuela” (con Pietro Orlandi), “Il Ganglio”, “La tentazione” e “Il figlio della colpa”.

IL GANGLIO

Un appuntamento davanti a un locale notturno di via Tripoli, a Roma. Perché adesso? Perché proprio adesso quest’uomo, Marco Fassoni Accetti, ha deciso di confessare, di svelare al mondo il suo ruolo nel sequestro di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, due quindicenni sparite a Roma tra maggio e giugno 1983 e al centro di un trentennale intrigo che allunga le sue ombre sulla cupola di San Pietro? Sono gli anni ’80 e in Vaticano tanti fanno il tifo per la tenuta della coesione del blocco dell’Est, ma da quando Wojtyla è stato eletto al Soglio Pontificio e ha iniziato ad agire sullo scacchiere internazionale in chiave apertamente anticomunista, una lobby minoritaria di “tonache filosovietiche” ha iniziato a fare pressione per far mutare indirizzo alla Segreteria di Stato vaticana. Un “ganglio”, un nucleo di potere occulto che ha radici nell’area diplomatica e nei principali organi di gestione della Chiesa, un gruppo strettamente connesso con la malavita romana che fa pressioni, confeziona dossier, ordisce ricatti, diffonde allarmi fasulli su un attentato al papa organizzato dal KGB.

LA TENTAZIONE

Il romanzo ripercorre, senza pudori e reticenze, la passione tra una professoressa di lettere e un eminente carmelitano, padre Edoardo Raspini, detto Eddy, coinvolti negli anni Settanta nel furto di un prezioso quadro del Gherardo delle Notti nel convento di Monte Compatri, che ora figura tra i 25 capolavori d’arte più ricercati al mondo. Padre Raspini fu a lungo in servizio nelle parrocchie dei quartieri-beni di Roma e i più anziani abitanti dei Parioli potrebbero ricordarlo anche al ristorante “Caminetto”, dove cenava spesso con la sua compagna, attovagliato affianco a onorevoli democristiani e monsignori. E poi, alcuni frati dei carmelitani scalzi e di Santa Teresa al centro di uno scandalo sessuale: incontri clandestini con prostituti a Villa Borghese. Il relativo dossier pubblicato in allegato a “La tentazione” è sulla scrivania di papa Francesco, in attesa di provvedimenti, e metterà alla prova la vera (o presunta) capacità di rottura con il passato del pontefice argentino.

IL FIGLIO DELLA COLPA

Una suora alle prese con un trauma terribile, un sacerdote sensibile, una segretaria-detective assillata da un dubbio inquietante. Quando padre Giuseppe Lo Giudice, negli anni Ottanta del secolo scorso, decide di pubblicare un romanzo-denuncia ispirato a una storia vera, non immagina certo di poter incorrere in guai seri, che possano addirittura mettere a rischio la propria vita. La vicenda di Agnese, appresa nel segreto del confessionale, l’ha turbato e commosso. La monaca è riuscita a trasfigurare una brutale violenza nella più intensa delle gioie, e ciò per il monsignore è un segno della Provvidenza, da scrutare con libertà di spirito e senza pregiudizi. Ma evidentemente non è ancora giunta l’ora di spalancare finestre e fare entrare aria nuova. Sesso, violenza, maternità impreviste e doppia morale sull’aborto erano e restano temi tabù tra le sacre mura. Ieri come oggi, in questi tempi agitati per la Chiesa. Fabrizio Peronaci, con un’indagine-thriller che è anche viaggio sentimentale nella memoria, viene a capo di un giallo ambientato tra i conventi di una Sicilia riarsa e la Roma del potere curiale, centrando tre obiettivi: strappare all’oblio il libro finito “al rogo”, smascherare omertà e ipocrisie ecclesiastiche, ma soprattutto regalarci pagine memorabili di palpitante tenerezza.

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