Un recente studio, con riferimento all’emergenza sanitaria da Covid-19, ha individuato in cinquantamila unità il numero di infermieri necessari in Italia per superare da un punta di vista operativo la difficile fase che stiamo vivendo, dodicimila dei quali solo in Campania. Si tratta di cifre che rendono fin troppo bene l’idea dello sforzo che si dovrà fare.
Per questo, anche e soprattutto in virtù di una situazione che, anche a valle di un successo rapido della eventuale vaccinazione da affrontare nei primi mesi del 2021, è evidente che la sanità italiana si troverà comunque davanti ad una domanda costante e massiccia di operatori sanitari. Occorre quindi pensare a lungo termine, ciò che purtroppo si è fatto soltanto parzialmente dopo la prima ondata, a misure adeguate.
Purtroppo, le indennità fin qui individuate o la stessa prospettiva di un contratto a tempo determinato non rappresentano garanzie sufficienti per il personale che dovrà operare nei prossimi mesi e nei prossimi anni. E in mancanza di interventi strutturali, anche gli abbracci, gli applausi dal balcone e i commenti agli “eroi della sanità” rischiano di diventare solo vuota retorica.
Perciò, è tempo che lo Stato stesso si rimbocchi le maniche e acconsenta a un percorso di stabilizzazione a tempo indeterminato per quegli operatori sanitari che saranno arruolati in questa guerra al virus fin dalle prossime settimane. E’ un dovere morale ed anche la maniera giusta di mettere a disposizione della intera popolazione italiana, avendo imparato dal passato, un personale tutelato e motivato ad affrontare fino in fondo le sfide che ci troveremo davanti in futuro.
Massimo Boschini, capogruppo