(continua dell’edizione precedente)
Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto. Nelle azioni di bullismo vero e proprio si riscontrano quasi sempre i seguenti ruoli: 1) “il bullo o istigatore”: è colui che fa prepotenze ai compagni; 2) “la vittima”: è colui che più spesso subisce le prepotenze; 3) “il complice”: colui che, magari, ride all’azione del bullo alimentandolo. Riguardo al sesso del bullo, i bulli maschi sono maggiormente inclini al bullismo diretto, mentre le femmine a quello indiretto. I maschi in particolare, tendono maggiormente all’approccio di forza, mentre le femmine preferiscono la mormorazione. Per quanto riguarda, invece, l’età in cui si riscontra questo fenomeno, si hanno due diversi periodi. Il primo tra i 8 e i 14 anni di età, mentre il secondo tra i 14 e i 18, ma negli ultimi anni si sono riscontrati fenomeni di bullismo anche tra i ragazzi di 11 anni e anche di meno. Sviluppi nella ricerca hanno dimostrato che fattori come l’invidia, il risentimento, vergogna, rabbia e il narcisismo possono essere indicatori di rischio per diventare un bullo. Molti di essi provengono da famiglie in cui i genitori sono freddi o distaccati oppure, di fatto, hanno insegnato ai figli a risolvere i problemi ricorrendo alla rabbia e alla violenza. I figli cresciuti in un ambiente del genere potrebbero non considerare i loro attacchi verbali e le loro aggressioni fisiche delle prepotenze; potrebbero addirittura pensare che il loro comportamento sia normale e accettabile. Per capire se qualcuno è vittima di bullismo dobbiamo imparare ad osservare meglio i comportamenti. Il bambino o l’adolescente potrebbe diventare lunatico, irritabile, frustrato, sembrare stanco, o magari isolarsi. Potrebbe diventare aggressivo con i familiari o con i compagni e gli amici. Anche chi assiste semplicemente ad atti di bullismo subisce delle conseguenze. La situazione che si crea lo spaventa parecchio e questo ostacola la sua capacità di apprendimento. La conseguenza più grave del bullismo, per le vittime e per la società, è la violenza, che può arrivare al suicidio e all’omicidio. Il senso di impotenza che pervade il ragazzo caduto vittima del bullismo può essere così devastante da scatenare in lui una reazione autodistruttiva o una fatale sete di vendetta, come a volte accade soprattutto nei College e nelle Università americane. Ci vorrebbe più controllo e formazione psicologica nelle scuole e nelle famiglie per prevenire l’insorgere di mentalità devianti o, comunque, chiedere aiuto appena si manifestano i primi sintomi o comportamenti di sofferenza e disagio sociale.