Calcio a 5. Il punto di Alessandro Petretto sulla CPC2005

petretto

Siamo arrivati a un punto cruciale della stagione, sabato ci giochiamo tanto di questa stagione- il capitano della CPC2005 A. Petretto.
Dopo un avvio da promozione diretta con tre vittorie su altrettanti incontri, nell’ordine Buenaonda Blue Green e S. Marinella, il susseguente pareggio arrivato in maniera  funambolica con la Virtus Monterosi, ne aveva già all’epoca, in parte, segnato i limiti di questa squadra. Da li in avanti con una Coppa Lazio abbandonata forse precocemente, ha pesato come un macigno la cinquina dell’andata rimediata in casa della Nuova Cairate, una serie di risultati altalenanti che ha delineato un buon trend tra le mura amiche, ma sempre sconfitta fuori casa, ha di fatto segnato il passo di questa compagine.
Formazione d’esperienza visto che questo genere di campionati i giocatori ne hanno giocati, ndr Cerrotta è arrivato fino alla serie A, e con una media dell’età tra le più alte di questa categoria che non ha giovato nel controllo delle gare sotto l’aspetto psicologico.
Di questo e tanto altro ne abbiamo parlato con il capitano della CPC2005 di c5 Alessandro Petretto.
“-Alessandro è un momento strano per questa compagine, un avvio ottimo poi qualcosa è cambiato-
Si diciamo strano ma più che altro direi che è un momento difficile. Rispetto alla partenza dove tutto sembrava facile nelle ultime quattro ne abbiamo vinta una sola, e perso malamente le altre tre. Secondo me è una questione di testa e la riprova è nella gara col Vallerano, in vantaggio per cinque a due a sei minuti dalla fine non siamo riusciti poi a mantenere quella concentrazione. Sono tante le concomitanze poi in una gara, a partire dagli arbitri che si intimoriscono facilmente dal pubblico, anche se sia chiaro non è una scusante questa. La verità è che fuori casa abbiamo sempre tentennato, col Vallerano in sei minuti abbiamo preso cinque gol senza farne nemmeno uno, e non è colpa di nessuno se non dell’approccio che in quei minuti abbiamo avuto.
-La CPC2005 ha una rosa competitiva e questo affanno è più un problema mentale o di categoria?-
La rosa è competitiva e basta leggere i nomi dei giocatori che la compongono per rendersene conto. Ha magari un’età media alta rispetto a tante squadre, ma allo stesso tempo c’è tanta esperienza da mettere in gioco. Purtroppo è una questione mentale perchè per tanti sono venti anni che calpestiamo questi campi da gioco, con categorie anche superiori a questa. Ci è mancata quella forza psicologica in alcune gare che ci avrebbe permesso di portare  a casa risultati differenti.
-All’inizio di stagione nessuno ha chiesto il salto di categoria ma forse i primi risultati hanno un po illuso. Che squadra siamo?
E’ vero nessuno lo ha chiesto o messo in preventivo di vincere il campionato. Questa è una squadra nata la passata stagione da una mia idea e di Marco Dominici. L’anno scorso abbiamo ottenuto il salto di categoria e all’inizio della stagione abbiamo rimpinguato la rosa per fare bene, null’altro. Poi le prime vittorie ci hanno fatto capire che potevamo competere con tutti, con gli ultimi risultati che non ci hanno fatto ricredere ma ci hanno messo in guardia in questo proseguo. E’ un girone equilibrato vedendo come si è svolto il campionato fino ad ora, tutto è ancora in ballo. Però il riflesso della medaglia visto l’equilibrio in tante gare ci obbliga a stare attenti, è vero che i playoff sono ora a un  solo punto ma anche i palyout sono vicini, essendo di sole cinque  lunghezze la distanza che ci separa da loro. Un occhio sempre dietro anche se speriamo di arrivare tra le prime tre, e giocarci poi il playoff di promozione.
-Con il Blue Green è obbligatorio vincere-
Non c’è da pensarlo nemmeno un risultato differente dalla vittoria. Veniamo da tre sconfitte consecutive, giochiamo in casa, e quindi bisogna vincere e convincere. Sono certo che faremo una grande gara cancellando questo ultimo mese. Perdere forse significherebbe abbandonare l’idea playoff, l’aspetto mentale avrebbe il sopravvento e non deve accadere. C’è la voglia immediata di rifarsi e non ho nessun dubbio, va messa solo in campo tutta quella determinazione e voglia che abbiamo dentro.”

(Fonte e Foto: Maurizio Spreghini)