CAMBIARE O CONFERMARE. di Alessandro Spampinato (1^ parte)
La data del 25 settembre si avvicina sempre di più mentre l’ambiguità di questi tempi sta raggiungendo il suo triste e pericoloso apice. Tutte le spaccature politiche, sociali e culturali coltivate e promosse senza pietà ed esclusione di colpi sono arrivate all’interno dei rapporti più intimi e personali, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra amici stretti. I più prudenti hanno ormai da tempo scelto di evitare direttamente il discorso inerente le innumerevoli emergenze che ci hanno fatto precipitare dall’altro come le climatiche, le sanitarie, le energetiche e le geopolitiche. Ormai è tutto una emergenza che si somma a quelle precedenti. Lo stress psicologico è paragonabile a quello di un conflitto bellico. Quando il mondo aveva ancora una parvenza di normalità di questi tempi ci si preparava a tornare a scuola e alle attività pensando già alle prossime vacanze di Natale. Oggi queste parole suonano come incubi o suscitano un cinico sorrisetto di scherno perché sono ormai legati ai Lockdown, ai coprifuoco, alle mascherine, al Greenpass, ai sieri obbligatori, al freddo, alla guerra, alle bollette, al fallimento di centinaia di migliaia di imprese e ai conseguenti licenziamenti, ecc. ecc. Tutto questo è ormai nell’immaginario collettivo quale paura per i più e piacere per gli spaventosi guadagni di pochissimi. Nonostante le migliaia di ricerche scientifiche e le centina
ia di migliaia di testimonianze con nomi e cognomi dimostrino il fallimento totale e la pericolosità di queste scelte piovute dall’alto senza possibilità di negoziazione, approfondimenti e proposte alternative e efficaci c’è chi non aspetta altro che farci ripiombare nel clima oppressivo e di paura del “Tamponificio-Italia”, come è stato chiamato da un illustre e famoso “tele-virologo”, con l’aggiunta di un rincaro delle bollette, dei prezzi dei beni di prima necessità e dei Lockdown energetici. Ma come è stato possibile tutto questo? Tante e profonde sono le ragioni, una delle quali però riguarda in prima persona i cittadini. Sono decenni che la politica si è scollata dalla vita e dall’economia reale delle persone con il conseguente distacco emotivo e mentale dei più da questo mondo rinunciando alla partecipazione attiva alla vita della collettività. I cittadini si sono chiusi nel loro privato e hanno lasciato campo indisturbato alla casta politica di fare e disfare senza praticamente nessun impedimento a causa l’indifferenza del popolo. Questo è stato il vero cedimento di sovranità da cui è derivato tutto questo casino: l’aver smesso di partecipare alla vita politica del paese.
continua…