Aderiamo convintamente al comunicato nazionale dei Giovani Democratici Nazionale. Il Partito Democratico se vuole davvero perseguire la via del rinnovamento non può continuare ad escludere dalle proprie architetture i Giovani Democratici.
Per anni le proposte avanzate da intere generazioni sono state accantonate o viste come secondarie ed è giunto il momento di trovare personalità che siano in grado di incarnarle e di modificare per il meglio la situazione attuale.
Ci sono temi da mettere al centro che non possono più aspettare come il lavoro, la scuola, l’emergenza climatica ed educativa. Serve un patto che rifondi profondamente le dinamiche partitiche per non lasciare morire il partito che ad oggi è l’unico a garantire i principi di democraticità interna.
Il Partito compia un atto di coraggio e ascolti quelle che sono le grida di una generazione soffocata.
Comunicato nazionale
Il prossimo 25 settembre oltre 2 milioni di giovani esprimeranno il loro primo voto alle elezioni politiche italiane, mentre dopo la riforma costituzionale più di 6 milioni di under 25 voteranno per il Senato.
Nell’intersezione tra i divari sociali, territoriali, di genere che attraversano il Paese, le disuguaglianze intergenerazionali affliggono la vita degli elettori e delle elettrici più giovani, rappresentando una vera e propria emergenza.
Oggi in Italia ci sono 3 milioni e duecentomila contratti a termine: non erano così tanti dal 1977. Incerto, a termine, sottopagato: è il lavoro per come intere generazioni lo conoscono. È impossibile, in Italia, avviare un percorso professionale senza passare dalla trappola della precarietà. Per questo, la riforma degli strumenti di ingresso nel mercato del lavoro, la limitazione di forme contrattuali precarie, l’introduzione di un salario minimo che garantisca l’incremento delle retribuzioni e l’estensione delle tutele devono diventare il cuore della proposta politica dei democratici e progressisti.
Dall’inizio del 2020, per effetto della pandemia, almeno un miliardo di studenti nel mondo non è andato a scuola. Per ampliare l’accesso alla formazione, alla conoscenza, per moltiplicare le opportunità, le istituzioni devono investire nell’istruzione e nella ricerca: dall’estensione dell’obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni a un comodato d’uso che garantisca a ogni studente la possibilità di avere i libri di testo, dal trasporto pubblico locale gratuito per chi studia alla riforma dei cicli scolastici e dei percorsi di PCTO, è necessario rendere i luoghi del sapere più moderni e inclusivi.
In Italia triplicano gli incendi e il riscaldamento globale mette a rischio la salute e l’economia. Migliaia di giovanissimi attivisti per il clima meritano di potersi riconoscere in un partito a chiara vocazione ambientalista, che sostenga lo sviluppo delle fonti rinnovabili nella produzione di energia e realizzi la transizione ecologica attraverso una strategia nazionale di utilizzo dei fondi europei.
I bisogni delle generazioni più formate ma più precarie, più sensibili e al contempo più esposte all’effetto dei cambiamenti climatici devono diventare la priorità del Partito Democratico per portare nelle istituzioni una visione del mondo diversa.
Per essere credibili, le proposte dei democratici e progressisti rivolte ai giovani devono essere direttamente rappresentate da una nuova generazione di dirigenti politici, militanti e amministratori che già esiste e si mette quotidianamente con generosità al servizio della comunità del PD.
Le liste del Partito Democratico non possono escludere un’intera generazione autonoma, preparata, che non deve la propria valorizzazione a un’appartenenza di corrente ma che ha percorso l’impegno politico nei Giovani Democratici.