CIVITAVECCHIA – “La situazione attuale dei dipendenti non dirigenti dell’Autorità di Sistema Portuale (AdSP) assume contorni surreali. Nel dicembre del 2022, è stato raggiunto un accordo di secondo livello che, tuttavia, è stato oggetto di contestazioni da parte del ministero e del collegio dei revisori in fasi successive. Sorprendentemente, il presidente, che precedentemente aveva sostenuto fermamente tale accordo, ha recentemente modificato la propria posizione, volendo portare in Comitato di Gestione una proposta “unilaterale” del contratto che ha lasciato attoniti sia i sindacati che i dipendenti. Questa modifica, in particolare, ha stravolto l’articolo 11 dell’accordo, vincolando una parte significativa dello stipendio dei dipendenti non dirigenti al volume delle merci sbarcate/imbarcate nei tre porti gestiti dall’AdSP.
È evidente che questa modifica, oltre a cancellare improvvisamente i diritti acquisiti nel tempo dai dipendenti, lega una parte considerevole dello stipendio a una variabile del tutto estranea alla qualità del lavoro e alle capacità individuali, con conseguente inevitabile riduzione dei salari, specialmente alla luce della chiusura della centrale Enel, che comporterà una significativa diminuzione delle merci movimentate nel porto con il declino del settore del carbone, considerando che tra l’altro, l’auspicata azione del Presidente tesa all’aumento del traffico delle merci nel porto di Civitavecchia rimane solo un lontano miraggio.
Non sono chiare le motivazioni che spingono il presidente e il segretario generale dell’ente ad insistere con questa modifica unilaterale dell’accordo, che inevitabilmente comporterà ripercussioni negative sui dipendenti coinvolti, anziché procedere con una trattativa sindacale, come fatto precedentemente, soprattutto alla luce del fatto che l’accordo siglato nel dicembre del 2022 è stato approvato da tutti gli organi competenti, comitato di gestione e collegio dei revisori ( delibera 65 del dicembre 2022 ). Quando si occupano ruoli di responsabilità in enti pubblici è essenziale tenere conto delle implicazioni economiche e sociali delle proprie azioni, considerando che in questo caso specifico, come evidenziato da alcuni sindacati, potrebbe verificarsi anche una mancata conformità agli aspetti normativi.
Va sottolineato che la restrizione sugli stipendi concordata a dicembre 2022 e che aveva portato alla versione condivisa dell’accordo di secondo livello, sebbene comporti un risparmio per l’Ente, colpirà esclusivamente i dipendenti che ricevono stipendi standard, mentre recentemente non si è esitato ad aumentare gli stipendi di poche figure apicali, con una significativa spesa aggiuntiva sul bilancio dell’Ente. Tale disparità di trattamento, senza entrare nel merito della legittimità, è sicuramente inopportuna e crea una situazione surreale e moralmente discutibile.
Nel caso in cui i vertici dell’AdSP non dovessero riconsiderare la propria posizione, ci auguriamo che i membri del Comitato di Gestione esaminino attentamente la complessa situazione e le sue conseguenze sociali in un momento già difficile per l’economia locale. In assenza di un accordo equo che non penalizzi i lavoratori, ci aspettiamo prese di posizione decise, anche mediante azioni eclatanti, da parte di coloro che possono giocare un ruolo fondamentale in questa questione”.