Capigruppo: sintesi lontana
Torre Nord. La conferenza non è riuscita a trovare una convergenza. La maggioranza parte dalla mozione di Attig. Critici Pd e M5S
CIVITAVECCHIA – A meno di colpi di scena la prossima settimana, quando è stata convocata una nuova conferenza dei capigruppo, il consiglio comunale potrebbe andare alla votazione delle tre mozioni e del documento di Onda popolare, senza trovare una sintesi che possa raccogliere le istanze di tutti i gruppi relativamente al futuro produttivo della città e alle criticità ed opportunità legate alla conversione della centrale Enel. Maggioranza ed opposizione non sembrano aver trovato un punto di incontro, dopo il consiglio aperto della scorsa settimana e l’impegno a produrre un atto unico da portare in votazione. La conferenza dei capigruppo di ieri, infatti, non è riuscita a far trovare la convergenza sperata. «Da presidente del consiglio – ha spiegato Emanuela Mari -auspico che possa essere trovata un’unità di intenti e che si possa arrivare al voto unanime della massima assise. Capisco anche che parliamo di un tema delicato, come quello legato al futuro della nostra città e dell’impianto Enel ele visioni sono differenti. Ci siamo aggiornati alla prossima settimana per tentare una strada comune». Secondo il capogruppo della lista Grasso-La Svolta Fabiana Attig, il consiglio si era lasciato ad un bivio: «Riproporre ognuno le proprie mozioni e votarle tutte – ha spiegato – oppure trovare una convergenza, partendo però dalla nostra mozione, quella presentata dal mio gruppo, sull’area di crisi complessa, andandola ad integrare con quelle che erano le caratteristiche degli altri documenti, come la possibilità introdotta da Scilipoti di istituire una Zes». A questo si andava ad aggiungere anche il recente decreto del 3 settembre – non ancora convertito in legge – che prevede 20 milioni di euro ogni anno, dal 2020 al 2024, per la riqualificazione degli operai che lavorano nelle centrali a carbone da dismettere. «Una mozione a favore dello sviluppo, delle imprese e dei lavoratori – ha aggiunto Attig – un documento che mira alla concretezza, a fondi per la riconversione industriale, con la possibilità di inserire chiaramente il no ai combustibili fossili, tendendo alle rinnovabili, così come è la linea della maggioranza, ribadita proprio in apertura di riunione dei capigruppo». Non è dello stesso avviso, però, il gruppo consigliare del Pd, con Marco Di Gennaro, Marco Piendibene e Marina De Angelis convinto di avere di fronte una maggioranza in difficoltà. «La stesura di un ordine del giorno condiviso, secondo gli intenti della maggioranza, sarebbe dovuto essere null’altro che una mozione presentata dalla maggioranza stessa – hanno spiegato – con alcune modifiche ed integrazioni che potevano essere proposte dall’opposizione e questo prima ancora di entrare nel merito del documento stesso. Ovviamente una impostazione impraticabile ma che nel lungo dibattito che ne è seguito, in conferenza capigruppo, ha lasciato intravedere un eventuale dispositivo che conterrebbe una generica contrarietà all’utilizzo dei combustibili fossili ma che a fronte di una adombrata possibilità di smantellamento della centrale a carbone (anche in relazione agli incentivi contenuti nel recente Decreto Legge 101 del 3 settembre scorso) si potrebbe mediare un altro ventennio di compromissione di questo territorio con un nuovo insediamento di 1000 MW a gas a fronte di una occupazione ai minimi termini. Non ci siamo». Critiche anche dal M5S. «Purtroppo la maggioranza ha dimostrato di voler portare avanti esclusivamente le proprie posizioni e di voler annientare le proposte provenienti dall’opposizione – spiegano – eravamo disponibili a lavorare insieme, ma non si può pensare di approvare un atto che non contenga nel dispositivo la ferma contrarietà al gas sostenuta da forti motivazioni ambientali e sanitarie». Mercoledì dunque si terrà una nuova conferenza dei capigruppo per capire se si riuscirà a redigere un documento unitario o meno.