Una Fondazione che costa 1 milione l’anno tra gettoni, consulenze e stipendi per erogare solo… 100 mila euro al sociale. Eppure ci sono 170 mila euro da spendere per gli organi dirigenziali e altrettanti per le consulenze oltre ai 240 mila euro per il personale, un direttore generale, un vice direttore generale e sette addetti quando ad esempio la CariVIT ne ha appena 2 e un part time.
Queste le cifre contenute nel dossier “Fondazione a terra” consegnato oggi alla stampa da Fabio Angeloni.

“Certo, la truffa svizzera da 19 milioni di euro si poteva e doveva evitare – ha detto l’esponente PD portavoce del sindaco Tidei nell’ultima Amministrazione – bastava seguire le norme dettate dal Mef e dall’Acri, ma a preoccupare davvero è il trend gestionale: 14,3 milioni di capitale consumati in questi ultimi tre anni significano che se non si inverte la rotta tra 10 anni la fondazione non esisterà più.
Oggi al netto della truffa Svizzera ci sono meno di 30 milioni (avrebbero dovuto essere 64)  da investire che per coprire 1210 mila euro di oneri previsti dovrebbero rendere più del 4 per cento su base annua. Previsioni che non stanno in piedi.
Ecco perché è necessario avviare la semestrale, verificare le entrate reali e agire subito sugli oneri comprimibili.
La proposta è quella di azzerare completamente consulenze e gettoni, diminuire le spese amministrative e risparmiare così almeno 400 mila euro  iniziando a salvaguardare il capitale.

Il dossier Fondazione a Terra ricostruisce la storia dei 52 milioni incassati con la vendita degli sportelli al San Paolo, e dei 45 milioni di investimenti ormai smantellati, getta luce sui costi sostenuti per mantenersi e fa chiarezza sulle erogazioni, per lo più da mille-duemila euro ciascuna. La parte del “leone l’ha fatta Mecenate TV l’unica televisione al mondo posseduta da una Fondazione bancaria: per mantenerla sono serviti finora 4,5 milioni che potrebbero crescere visto che non ha ancora presentato i bilanci.
La TV che è ancora al 100% della Fondazione (è stata solo affittata) si è assicurata, da sola, il 54% delle erogazioni. A contendersi il restante 66 sono rimaste tutte le realtà sociali a cominciare dalla Asl, dai Comuni e da un centinaio di associazioni beneficiate da contributi in media inferiori ai mille euro. Briciole, confronto al resto della torta che – ha ricordato Angeloni – sono tutti soldi dei Civitavecchiesi.

“E’ incredibile che i soci, tutti cooptati, abbiano approvato all’unanimità un tale disastro gestionale”  ha concluso Angeloni che oltre ad indicare una drastica cura per raddrizzare la Fondazione ha accusato la politica di non fare la sua parte ed in particolare il sindaco Cozzolino che di fronte a queste cifre dovrebbe richiamare il rappresentante del Comune.

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