Ci ha messo poco per diventare “virale”. E d’altronde è proprio così che alcuni virus, o batteri, vengono trasmessi: con la scarsa igiene e con… fognature improvvisate.
Ma il caso della donna ripresa mentre defeca liberamente in centro a Civitavecchia ha anche ben altro risvolto: quello di una città, o meglio di un intero territorio sostanzialmente abbandonato a se stesso. Questione che diventa più grave, davanti alla povertà che avanza (è un dato di fatto) e allo stato di indigenza di senzatetto e sbandati vari, il cui numero si è moltiplicato negli ultimi anni in Italia (e la nostra città non fa certo eccezione. Anzi…).
Fatto sta che le immagini di una persona che, in viale Garibaldi, si tira giù i pantaloni e fa sul marciapiede quel che dovrebbe fare comodamente seduta su un servizio igienico, in una stanza a chiusa a chiave, non può passare sotto silenzio. Utile è allora l’operazione civica di chi ha documentato lo scempio, filmando il tutto, ma sorge il dubbio sul perché nessuno abbia sentito l’altrettanto civico dovere di interromperlo, lo scempio, richiamando il soggetto in questione ad un minimo di ritegno.
In tal senso, desolante è l’assenza delle istituzioni. Il sistema di videosorveglianza che faticosamente cresce sul piano infrastrutturale in qualche punto della città, è un’anatra zoppa. Perché comunque dall’altra parte dello schermo dev’esserci qualcuno che controlla costantemente, altrimenti si rischia di avere un approfondito documentario su quanto scostumato possa essere il genere umano ai giorni nostri e nessuna sanzione che lo riporti a più miti consigli. Anche perché, a dirla tutta, poche settimane fa girava un altro video del tutto simile a questo, in cui un ospite approfittava di un cespuglio palmizio proprio sotto Palazzo del Pincio per espletare altrettanti bisogni. Ecco, dice che il pesce puzza dalla testa. Ma ai pesci in questione probabilmente puzzano anche le scarpe. Perché non se ne sono accorti ma gliel’hanno fatta sotto il naso, e non solo in senso figurato. Hai voglia, allora, a sperare che arrestino l’opera dei defecatori seriali in giro per la città.