Riunione tra i nuovi e vecchi leader di partito e gruppi vari. Le intenzioni erano di quelle migliori. Non lasciare alla sola sinistra il compito di difendere i portuali e di combattere un management totalmente inadeguato e, al momento, disastroso.

Francesco Maria Di Majo è un presidente incapace di risolvere i problemi ma, soprattutto, totalmente fuori luogo e digiuno in materia portuale.

In pochi mesi ha già fatto segnare record negativi straordinari e fatto scelte a dir poco scellerate.

Per fare un esempio su tutti, per mettere in piedi il comitato di gestione, ha impiegato mesi e poi accettato compromessi con il Movimento 5 Stelle, inserendo un elettricista nel gruppo di lavoro che, come prevede la nuova riforma dei porti, deve avere una profonda conoscenza ed esperienza in ambito portuale.

Francesco Fortunato, il consigliere delegato da Cozzolino, ha una grande esperienza all’interno del Porto e cioè quella di cambiare i fusibili alle gru che caricano e scaricano le navi.

Non solo, mentre ha perso e sta perdendo tempo dietro i festeggiamenti di Traiano (manco fosse un erede) la CILP ha annunciato la messa in cassa integrazione di massa dei propri lavoratori.

Il motivo?

L’aumento delle tasse portuali a carico degli armatori ha messo in fuga questi ultimi e il traffico delle vetture con l’America è calato, per il momento, solo del 50%.

Aveva promesso iniziative a destra e manca il presidente Di Majo, in realtà è troppo preso a farsi il giro d’Italia in cerca di convegni dove farsi iscrivere a parlare, cercando di confermare quello che si dice di lui; ormai in città e cioè che un “chiacchierone”.

Una figura imposta dalla politica per accontentare prima la famiglia (la sua di mandarini doc!) e poi il PD radical chic che ostenta di frequentare sempre.

Questa è la premessa per giungere alla notizia di ieri quando, i protagonisti della politica di centrodestra, avevano l’intenzione di mandare alle redazioni dei giornali un documento unitario contro l’attuale politica e management di Molo Vespucci.

Qualcuno si era preso la responsabilità di scrivere una bozza e sottoporla alle varie anime di un centrodestra finalmente ritrovato.

Neanche il tempo di leggere la bozza e proporre le prime modifiche che le vecchie ruggini e, soprattutto, le nuove commistioni con il Porto hanno finito con il rompere di nuovo il centrodestra.

Forza Italia, con Roberto D’Ottavio, ha scelto la via dell’amicizia. Meglio non attaccare e non toccare nuovi equilibri nati, soprattutto, dalle parti di Gaeta.

Alcune liste civiche hanno diretti interessi all’interno del sedime portuale e quindi era meglio dire e non dire.

Fratelli d’Italia che dopo aver  promosso e vinto la battaglia contro l’Hotspot dei migranti, portando prima la Meloni e costringendo tutti gli altri leader del centrodestra nazionale a sfilare a difesa della città, proponeva la linea dura come stanno facendo, da giorni, alcuni leader di sinistra (ovviamente non quella del PD che è in accordo con Forza Italia o così sembrerebbe).

La protesta della Compagnia Portuale, in occasione del Traiano Day voluto da Di Majo, non avrà al fianco il centrodestra unito ma solo sparute frange.

L’allarme lanciato dai lavoratori rimarrà lettera morta?

Civitavecchia, o meglio, il Porto di Civitavecchia, fino a novembre scorso, era un luogo sicuro, dove si assumevano persone e si sperava che il traffico merci potesse risollevarsi dalla crisi, grazie soprattutto alla tariffe sì basse ma necessarie per non perdere ulteriori posizioni rispetto agli altri porti d’Italia.

Esempio lampante la Cilp che nell’arco di appena un anno sta passando da 70 nuove assunzioni a un centinaio di cassa integrati.

Una crisi che potrebbe accentuarsi ancor più se, come ormai pare quasi certo, anche l’attuale segretario generale Roberta Macii, stia riflettendo seriamente sul suo futuro lontana da Civitavecchia.

E il presidente Francesco Maria di Majo che cosa sta facendo?

Quello che gli riesce meglio: NULLA!

Chi sperava di vedere un centrodestra unito e agguerrito in questa battaglia a salvaguardia del Porto dovrà ricredersi perché a quanto pare, qualcuno preferisce il NULLA.

(Fonte: etrurianews.it)

 

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