È il giorno degli spettacoli targati Goethe-Institute con protagonista l’artista Samir Akika e la conclusione del laboratorio con le II e III classi della scuola media Corrado Melone.
Gli spettacoli, previsti all’auditorium dell’istituto Mattei sono confermati. Si rammenta inoltre che lo spettacolo di stasera Nuda Veritas – “Being Back”di e con Giovanna Amaru, con Antonio Stella – presso la palestra dell’Isis di Vittorio di Ladispoli – si terrà regolarmente.
Venerdi 01.12.17
ore 20 / Auditorium ISIS Enrico Mattei Cerveteri
con il sostegno del Goethe-Institute Italia
Samir Akika, Unusual Symptoms, Tanz Theater Bremen, Germania
“Tales of Survival” – trio
con adattamento site specific della pièce
Un gruppo ridotto del cast originale della produzione del Tanz Theater Bremen mostra scene significative adatte al contesto del Festival. Messa in scena site specific e itinerante.
Teatro Danza
a seguire ore 20:45 – con il sostegno del Goethe-Institute Italia
Unusual Symptoms, Tanz Theater Bremen, Germania
“One World”
Messa in scena a conclusione del Laboratorio con gli Allievi della II e III Media della Scuola Corrado Melone di Ladispoli, a cura di Alessandra Morales e Andy Zondag, danzatori del Tanz Theater Bremen
Teatro Danza
Samir Akika e la sua compagnia “Unusual Symptoms” provenienti dal Teatro Comunale di Brema in Germania. Samir Akika è uno dei maggiori coreografi emergenti del Mitteleuropa e dirige attualmente il settore danza del Teatro pubblico della Città Stato di Brema, uno dei teatri più innovativi della Germania. Francese, d‟origine algerina, si forma con la coreografa di fama mondiale Pina Bausch e in seguito fonda con danzatori, musicisti e tecnici la sua compagnia assolutamente multietnica e pluri-nazionale. Per questo motivo con il sostegno del Goethe Institut Italia, tornerà sul litorale nord di Roma dopo un primo intervento svolto durante il “Dialog Festival in Provincia” nel 2008. Samir e assistenti svolgeranno un laboratorio e presenteranno un estratto del loro ultimo lavoro coreografico. Nel suo lavoro, più di parlare d‟inclusione dello “straniero”, l‟inclusione si vive.