Porto di Civitavecchia, il Forum Pd chiede l’apertura di un tavolo di crisi occupazionale
Proposta di apertura di un tavolo di crisi occupazionale.
Siamo preoccupati delle varie vertenze aperte, accentuate dalla prosecuzione dell’epidemia Covid, così come delle problematiche di bilancio che l’Adsp sta affrontando in questo periodo. Se i lavoratori da un lato, già in difficoltà economica ed a rischio occupazionale, si trovano in uno stato di disagio ed incertezza per il futuro, dall’altra l’Ente si trova ad operare con evidenti problematiche finanziarie e dunque ne comprendiamo le preoccupazioni.
Come Forum abbiamo iniziato ad occuparci della società dei gruisti, la ” GTC”, ed a tal proposito abbiamo evidenziato la necessità di solidarietà e vicinanza ai lavoratori, soprattutto per la tutela occupazionale, pronti ad iniziare una battaglia comune. Se pensiamo poi che nel giro di qualche mese, oltre alla GTC, si possano presentare altre situazioni simili, è dunque evidente che la crisi del lavoro rischia di diventare una unica e generalizzata vertenza per il nostro scalo, di cui tutti i soggetti coinvolti si devono occupare insieme e con l’obiettivo di non lasciare indietro neanche un lavoratore.
Per questo intendiamo lanciare la proposta di un tavolo di crisi occupazionale presieduto dall’Authority, che coinvolga la Regione, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e che veda la partecipazione dei Sindacati.
Un aspetto che riteniamo vada attenzionato è quello delle concessioni delle banchine. Visto quanto sta accadendo ai lavoratori GTC possiamo dire oggi, con cognizione di causa, che il modello “Traiana” non può rappresentare la stella polare. A tal proposito il nostro auspicio, tra i tanti aspetti importanti, è che per le aree date in concessione sia fatto un ragionamento complessivo che tenga conto degli operatori già presenti nei servizi di interesse generale e degli standard occupazionali garantiti sinora. Senza una visione d’insieme il rischio è che società come GTC e PAS, addirittura Port Mobility, la Compagnia Portuale, rappresentino solo le prime avvisaglie di una grave crisi globale del lavoro nel Porto. Infatti anche la PAS guarda con forte apprensione al futuro, considerando inoltre che 6 unità stanno ancora aspettando di rientrare da mesi, e le istituzioni non possono permettersi di lasciar a piedi nessuno, proprio in considerazione delle difficoltà economiche create dalla pandemia.
Abbiamo appreso inoltre dagli organi di stampa dell’intervento, probabile, sulle società di interesse generale per risanare il bilancio dell’ente. Nella consapevolezza del grande lavoro che i vertici dell’Autorità Portuale stanno svolgendo, confidiamo che il taglio non abbia ripercussioni sui livelli occupazionali delle Società.
La Soluzione, è chiaro, non può essere raggiunta dal solo Ente; il tavolo di crisi può essere l’occasione per coinvolgere in maniera fattiva e permanente le Istituzioni superiori. Governo e Regione non possono lasciar sola le città del comprensorio ed il loro Porto.