Mentre tutti strillavano per le questioni più disparate il termovalorizzatore di Tarquinia, zitto zitto, è approdato alla conferenza dei servizi: è l’ultima tappa prima di essere autorizzato…
C’è sempre questa puzza terribile che aleggia su Civitavecchia e, per una volta, non è una puzza “sua”. L’immondizia è quella di Roma, ma la puzza stavolta non è quella dei camion della Raggi, ma l’odore di bruciato che proviene dalla Regione Lazio. È proprio l’ente di Zingaretti che ha infatti convocato, per il 5 marzo prossimo, la conferenza dei servizi chiamata ad esprimersi sul progetto per l’inceneritore di pian d’Organo a Tarquinia. Subito la notizia ha scatenato la polemica, con il sindaco Ernesto Tedesco che ha tuonato contro la regione. Il centrodestra ha rincarato la dose, sono arrivate anche richieste di dimissioni ai consiglieri regionali del territorio, che si erano più volte interessati della vicenda. A sua volta questi ultimi hanno respinto le accuse, assicurando che la conferenza dei servizi è solo un atto dovuto e che la regione dirà no. Intanto comunque un impianto capace di smaltire, bruciandole, 481mila tonnellate di rifiuti l’anno potrebbe essere approvato (almeno teoricamente) entro pochi mesi, e occorre dire che non c’è conferenza dei servizi convocata da una solerte dirigente regionale (peraltro storicamente… vicina al territorio) che non abbia massacrato Civitavecchia, come ad esempio anche la tanto citata pescicoltura sta lì a dimostrare. La sensazione è che, se avranno la possibilità di farlo, non avranno alcuna remora ad incenerire, insieme alla monnezza di Roma, pure la salute di chi sta qui. E tanti soloni che chiacchierano a vanvera ci dovranno spiegare le loro proteste continue a cosa sono servite.