«È difficile scrivere.
Non sono il primo ma spero, per il bene della Lega, di essere l’ultimo. Dopo 5 anni esatti – era luglio 2017 – iniziati a capo del partito cittadino, termina la mia esperienza nella Lega. Ma dico con forza che io mi sento della Lega, sono della Lega.
Io e le tante persone, militanti ed elettori, che in queste ore mi stanno chiamando, concordi con la mia decisione e che continuano a sostenermi ancor più convintamente. Purtroppo non c’è mai stato collante e fiducia (politica ovviamente) tra gli eletti e con la base. Continue tensioni, incomprensioni, decisioni mai collegiali.
Per quanto ho potuto, ho sempre lottato per considerare e premiare la squadra; i militanti e chi nel partito si è speso ed ha messo la faccia candidandosi. Alcune volte ci sono riuscito, altre no. Ho sempre continuato a “fare squadra” con i militanti, non ultimi i numerosi banchetti per le firme del referendum. Ho servito la Lega, non me ne sono servito.
Avrò senz’altro la mia parte di colpe; forse quella di non essermi imposto e arrabbiato di più, fidandomi “del partito”, lasciando fare… Quel partito a cui nel 2017 aderirono in massa tanti cittadini desiderosi, come me, di replicare quel modello di Nord virtuoso, a guida Lega. Quel partito che grazie all’intuizione di Matteo Salvini faceva proseliti già parecchio tempo prima. Quella Lega che mieteva consensi, si organizzava e aveva una sede autofinanziata dai cittadini, ancor prima di “Noi con Salvini”. Si è perso quello spirito comune ma non si è perso nell’animo di molti.
Ci sono profonde divergenze di visione all’interno, politiche e amministrative. Inconciliabili. Non si può far sempre finta di nulla.
Mi sono sempre messo a disposizione, anche come capogruppo, al solo fine di mantenere degli equilibri. Ma non mi ritengo buono per tutte le stagioni. Non ho questa velleità. Ho tanta passione, tanta voglia di fare – e lo testimonia ad esempio l’iniziativa per l’intitolazione del Lungomare a Falcone e Borsellino o l’attività sulla videosorveglianza e la polizia locale – ma non “devo” a tutti i costi.
Sono solo considerazioni le mie, che ritengo legittime e doverose visto il ruolo che ricopro.
Non giudico nessuno e l’operato di nessuno, per quello ci sono i cittadini.
Ringrazio Matteo Salvini per l’opportunità che ci ha regalato con la sua “pazza idea” di Lega nazionale, chi mi volle fortemente in quel 2017, da Patrizio Carraffa all’On. Saltamartini, che mi hanno accolto e fatto sentire parte importante di qualcosa. Saluto e ringrazio l’On. Durigon perché anche da lui ho imparato molto in questi anni.
Saluto con affetto i molti che sono ancora all’interno del partito a cui voglio bene, la Lega Giovani nata insieme a me, e faccio un in bocca al lupo agli Assessori ed ai Consiglieri Lega con cui continuerò comunque a lavorare per il bene della Città, anche se in altre vesti.
Non sono un opportunista, non lo sarò mai, quindi non ho intenzione di sfruttare “amicizie” o “percentuali vertiginose” ad altre latitudini, prestandomi a piroette repentine. Sarò nel gruppo misto per serietà e rispetto di tutti. Vedremo poi quello che riserverà il destino. Sono ben saldo in questa Amministrazione al fianco del Sindaco Tedesco, che ringrazio ancora per ciò che sta facendo per la città e che, ricordo a tutti, è in primis il Sindaco della Lega.
C’è bisogno solo di lavorare per Civitavecchia».
[…] Civitavecchia, Alessandro D’Amico saluta la Lega […]
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