E’ iniziato in pratica tutto un anno fa, per l’esattezza un anno e tre giorni se si calcola la conferenza stampa d’annuncio della nascita del nuovo Civitavecchia Calcio 1920 nella sede della Compagnia Portuale di Civitavecchia. Allo stesso tempo, se si toglie il periodo di programmazione precedente, era solo l’inizio formale di un binomio d’intenti per riportare in auge il nome del Civitavecchia Calcio 1920 da parte del general Manager Ivano Iacomelli, in rappresentanza del vecchio Civitavecchia Calcio 1920, e dell’attuale presidente Patrizio Presutti, a rappresentare la vecchia CPC2005 e il mondo portuale che lievita dietro. Di strada ce ne era da percorrere da lì in avanti, la civitavecchiesità dei componenti e lo sviluppo del bacino delle giovanili era la priorità per un futuro roseo e senza troppi patemi d’animo di bilancio. Così è stato, solo la pandemia ha sbarrato al momento la crescita della società e la convinzione che non è questo il posto che il calcio cittadino merita.
Ad un anno dall’inizio di questa nuova strada per il calcio della città abbiamo intervistato Ivano Iacomelli. Passato e futuro del Civitavecchia Calcio 1920, un uomo che a fari spenti dagli impatti mediatici tanto sta dando a questa causa.
“E’ passato un anno, com’è andata? E’ stato un anno oltre le più rosee aspettative, dichiara Ivano Iacomelli, solo la pandemia al momento ci ha fermato. Quando si crea quanto fatto da noi, con idee e modi di pensare che si devono poi equivalere, porta inevitabilmente a pensare che si possano incontrare delle difficoltà. Cosi non è stato, ne eravamo certi. All’inizio poi c’era una frangia di tifoseria che non vedeva di buon occhio questo nuovo cammino per il calcio neroazzurro, ma ha prevalso la nostra visione del futuro. Un discorso iniziato con il compianto Sergio Presutti e portato a termine con Patrizio Presutti, precursori di quanto sta avvenendo ora in tante città che stanno operando delle fusioni, sia per combattere il periodo economico difficoltoso, che per portare avanti in maniera forte il nome della città che rappresentano. Secondo me è importante far crescere il numero di praticanti e non di società sportive, se da una parte c’erano delle titubanze nell’ambiente esterno noi, dall’altra, abbiamo lavorato sodo per scardinarle coi risultati che ci stanno dando ragione. Eravamo in quarta posizione in campionato, ottimamente vista la metà classifica immaginata e il grande coinvolgimento dei tifosi. L’idea di riportare la Vecchia in serie D era viva e lo è ancora più forte ora visti anche i numeri di quest’anno.
La programmazione del futuro come sta avvenendo? Il Covid-19 ha solo interrotto il nostro cammino, la portata e le difficoltà dovute a questa pandemia non ci ha certamente fermato. Stiamo rimboccandoci le maniche, le difficoltà che potremmo incontrare saranno allontanate da questa nostra “famiglia” che abbiamo all’interno. Sono sicuro che passeremo delle ottime giornate di sport la prossima stagione.
Qual’è il posto che spetta a questa squadra? Senza voli pindarici dobbiamo continuare su questa strada, ci eravamo ripromessi di riportare la Vecchia dove merita di stare nel giro di tre anni, ndr la serie D, e siamo solo al secondo. Cercheremo di fare qualcosa di importante.
La civitavecchiesità e un forte settore giovanile sono la strada maestra? Sono la priorità i giocatori del posto e un forte settore giovanile. La conferma della rosa va vista sotto un duplice aspetto, sia sul piano della programmazione che della serietà della società che vuole costruire un progetto duraturo. I ragazzi a cui è stato chiesto un sacrificio hanno capito, noi gli siamo stati vicini nel momento più duro dello stop e loro ci hanno ripagato avallando il progetto. Una riconferma quasi totale di staff e giocatori, con una partenza che non sarà da zero ma dall’esperienza di quest’anno. E’ bello lavorare con tanti civitavecchiesi intorno e con un settore giovanile apri strada al futuro. Come sai non vengo dal settore giovanile, quello che posso dire è che in passato non è sempre stato cosi purtroppo. Ci siamo assunti tutte le responsabilità e ne abbiamo fatto tesoro. Posso dire che quanto fatto negli ultimi anni dal Civitavecchia e dalla CPC2005, per essere ora a questo punto, ci sta dando ragione visti i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
L’idea del ripescaggio è allontanata? Non l’abbiamo abbandonata anche se sia a me che Patrizio non piace essere ripescati, ci piace vincere e meritare sul campo una serie superiore e per questo stiamo lavorando. Se il Civitavecchia Calcio fosse chiamato a un campionato di serie D per l’amore della società, della città e di questo sport ci faremo trovare pronti anche per la ricerca di partner commerciali che ci aiutino.
Concludendo… Dobbiamo continuare su questa strada, tutti uniti e per una sola causa senza intristirci per qualche difficoltà e non esaltandoci troppo quando le cose vanno bene. Sempre con l’umiltà che ci ha contraddistinto in questo anno, è chiaro che non tutti possono essere contenti ma noi d’altro canto cercheremo sempre di migliorare. Di sicuro c’è che non lasceremo il glorioso Civitavecchia calcio 1920 come qualcuno ha fatto in passato.”
Civitavecchia Calcio 1920