Civitavecchia, il bunkeraggio in porto nel mirino dell’Antitrust
Attenzione del’Antitrust sulle modalità di bunkeraggio nel porto di Civitavecchia. L’autorità auspica infatti che la “Capitaneria di Porto provveda a modificare il proprio Regolamento di sicurezza, di polizia portuale e dei servizi marittimi del porto e della rada di Civitavecchia in senso conforme alla disciplina della concorrenza, eliminando le disposizioni restrittive”. In realtà, con la richiesta di parere formulata il 10 febbraio scorso al Mit sulla questione, la stessa Capitaneria si è dichiarata disponibile a modificare la disciplina esistente.
In sostanza, come evidenziato dal sito specializzato Ship2Shore, il Garante per la Concorrenza e il Mercato, riporta senza fare nomi (ma l’unico operatore autorizzato, a parte lo storico fornitore locale Cafimar, è la società Anapo del gruppo Bunker Energy) l’esito di un’istruttori su “una segnalazione relativa a restrizioni all’esercizio dell’attività di bunkeraggio a mezzo bettolina”. L’Agcm ha quindi formulato alcuni rilievi relativi all’ordinanza n. 14 del 31 marzo 2003 e che andrebbero a precludere l’operatività del soggetto che ha sollevato la questione, la cui attività “risulta al momento sospesa in quanto il suo approvvigionamento di carburante proviene da depositi diversi da quello presente nella relativa area portuale”. A disciplinare però queste operazioni c’è la circolare del ministero dei Trasporti n. 16 del 19 luglio 2002 che non individua in alcun modo l’obbligo di rifornirsi esclusivamente presso i depositi costieri locali, in questo caso infatti ci si troverebbe di fronte ad una “restrizione della concorrenza nella commercializzazione del carburante suscettibile di attribuire potere di mercato a un solo operatore della vendita”. L’obiettivo è quindi quello di consentire di poter operare nel mercato senza “improprie limitazioni”.