“La maggioranza è garantita anche in conferenza di capigruppo”.
“Se la minoranza intendeva fare una operazione chiarezza col suo comunicato, occorre dire che non ci è riuscita. A dirla tutta, ci pare che abbia solo perso un’altra occasione per tacere e quindi per non mostrare quell’atteggiamento farisaico e capzioso che invece spesso la contraddistingue.
Anche il Prefetto, nella lettera che i consiglieri di minoranza citano, afferma infatti quanto da noi ribadito più volte: l’attuale maggioranza ha la maggioranza in capigruppo se “il sindaco aderisce ad un gruppo consiliare”. Ora, non vorremmo destare troppa sorpresa i firmatari dello strampalato comunicato di questa mattina, comunque li informiamo che Ernesto Tedesco è iscritto alla Lega (della quale è peraltro membro del Consiglio nazionale)…
Qualora invece i numeri fossero quelli su cui insistono i consiglieri di minoranza, altri conti non ci tornerebbero. In particolare ci domanderemmo come mai il capogruppo PD non è stato così solerte nell’attivare il prefetto durante la precedente amministrazione a guida 5 stelle, dove la situazione era la medesima, ma teneva tranquillamente il numero legale in capigruppo alla maggioranza pentastellata (con tanto di verbali alla mano), l’unica poi certificata dagli elettori come fallimentare.
Infine, un passaggio va sottolineato. Le patenti di “dignità” non le dispensa nessuno, tanto meno l’opposizione. Vittorio Petrelli, e qualunque altro consigliere, può operare secondo la sua coscienza le scelte che ritiene più opportune. Né lui, né altri hanno alcun vincolo di mandato: il consigliere Petrelli siede all’aula Pucci in virtù di oltre duemila voti presi alle ultime elezioni sul suo nome e rivolgergli epiteti del genere è gravemente offensivo non solo verso di lui (che non lo merita per la passione che tutti gli riconoscono), ma verso chi lo ha votato e verso la figura stessa del consigliere comunale. Che ciò sia avvenuto in una giornata come quella di oggi è poi una caduta di stile che sarebbe stato meglio evitare, anziché gettarsi alla ricerca di cavilli grazie ai quali sabotare l’azione amministrativa di chi ha avuto dal corpo elettorale un chiarissimo mandato a governare”.