L’ex comandante della Guardia Costiera: “Civita Ittica ha presentato istanza il 24 dicembre, cosa assai anomala, ai sensi del DM 21355 del 3.11.2017. Novanta giorni per aprire una nuova VIA e motivarne il diniego, il comandante Leone faccia presto”.
CIVITAVECCHIA – La speranze di bloccare la realizzazione del mega impianto di piscicoltura al largo della Frasca, al confine tra i Comuni di Civitavecchia e Tarquinia aumentano. Tutto sembrava dover ruotare in un ricorso al Capo dello Stato ma, il Mipaaf prima e l’occhio esperto di chi nelle Capitanerie di Porto ha trascorso tutta la vita hanno dato nuove speranze al territorio.
Come abbiamo avuto modi di scrivere qualche giorno fa, il Mipaaf, su indicazione della Capitaneria di Porto di Civitavecchia, scriveva delle perplessità alla realizzazione di questo impianto di itticoltura e chiedeva un’ulteriore istruttoria.
Grazie alla nostra caparbietà, avevamo pubblicato anche la nota della Capitaneria di Porto di Civitavecchia, a firma del Comandante Leone e ve la riproponiamo:
Come potete vedere, abbiamo evidenziato in giallo il passaggio che rimette in discussione tutto.
“Ha ragione il Mipaaf e il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi quando dicono che c’è ancora spazio per dimostrare che quest’opera non può, anzi non deve essere fatta – afferma il consigliere comunale di Forza Italia Pasquale Marino, ex comandante della Guardia Costiera.
Leggendo il documento da voi pubblicato non mi è sfuggito quel passaggio legato al decreto ministeriale n.21355 del 3.11.2017 a cui fa riferimento il comandante Leone.
“Tutto quello che ruota intorno a questa iniziativa – prosegue Marino, è molto anomalo. Trovo davvero incredibile la data di presentazione dell’istanza concessoria alla Capitaneria di Porto in data 24 dicembre 2019. L’ottimo comandante Vincenzo Leone, tirato per la giacca, non rischierà certo di macchiare la sua straordinaria e brillante carriera militare non dando attuazione proprio alle prerogative stesse della 21355 del 2017.
2. Il Capo del Compartimento svolge l’istruttoria convocando apposita Conferenza di servizi, ai sensi dell’art. 14 legge 241/1990, finalizzata all’emanazione di proposta motivata di provvedimento di autorizzazione, ovvero di diniego dell’esercizio di impianti di aquacoltura in mare posti ad una distanza superiore ad un chilometro dalla costa.
3. Ultimata l’istruttoria entro il termine di novanta giorni dall’avvio dei lavori della Conferenza di servizi il Capo del Compartimento trasmette gli atti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Direzione generale della pesca marittima e dell’acquacoltura corredati da proposta motivata di provvedimento di autorizzazione, ovvero, di diniego dell’esercizio di impianti di aquacoltura in mare posti ad una distanza superiore ad un chilometro dalla costa, previa comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza.
Sono convinto che il comandante Leone ha già pronta la lista delle persone da convocare in questa Conferenza di servizi che può, se supportata da documenti inconfutabili, ribaltare totalmente l’aberrante decisione presa dalla Regione Lazio”.