Accogliamo con favore la ricostituzione del consorzio dell’osservatorio Ambiente per volontà dei sei comuni del territorio (Civitavecchia, Tarquinia, Santa Marinella, Monte Romano, Tolfa e Allumiere) con il comune di Civitavecchia che rientra come capofila dopo l’uscita da tale ente nell’anno 2015, come deliberato dall’allora Consiglio Comunale a maggioranza “Cinque Stelle” con varie motivazioni e che rispettiamo.
Gli uffici saranno quindi riportati a Civitavecchia. Dopo l’uscita la sede dell’osservatorio fu trasferita a Tarquinia (Saline) e l’attività dell’ente fu ridotta al minimo anche perché nel 2017 il consorzio fu messo in liquidazione. Rimase in piedi l’accordo con ARPA Lazio, che esegue il monitoraggio e comunica la qualità dell’aria attraverso le centraline esistenti nel territorio.
Tuttavia si ritiene che il problema dell’inquinamento da monitorare non sia più solo quello causato dall’attività ENEL ma che vadano monitorate altre fonti di inquinamento come: i fumi delle navi, tempio forno crematorio, centrale gas Tirreno Power, traffico veicolare cittadino (camion, pullman) presenza di tralicci e antenne telefoniche (inquinamento elettromagnetico), insomma di tutto quanto compromette la qualità dell’aria, dell’acqua per il consumo domestico, delle acque marine per la balneazione, dei prodotti dell’agricoltura, del suolo: tutti fattori che incidono sulla qualità della vita e della salute dei cittadini del comprensorio, a cui i Comuni debbono risposte, mettendo in atto tutti gli strumenti per eliminare o quanto meno ridurre tali rischi. E non solo: all’orizzonte si profilano altri fonti di inquinamento come i campi di Pale eoliche al largo di Civitavecchia che aggiungerebbero inquinamento ottico e sonoro, ed anche la ittiocoltura davanti alla costa della Frasca.
Per queste considerazioni si ritiene necessario allargare le competenze del Consorzio alle sopraesposte necessita mediante il coinvolgimento di altri enti/istituzioni presenti sul territorio e che hanno specifica conoscenza per materia, come ASL, ADSP, Capitaneria di Porto, Laboratorio Oceanografico presente in porto, sezione dell’università la Tuscia che ha messo a punto strumenti in grado di discriminare la provenienza degli agenti inquinanti, l’associazioni medici, ecc. Tutti riuniti in un comitato scientifico, da prevedere ed inserire nello statuto a supporto del responsabile tecnico scientifico e direttore del consorzio.
In questo modo si avrebbe veramente un monitoraggio dell’inquinamento a 360 gradi. I comuni interessati potrebbero reperire i fondi presso la Regione, Area Metropolitana, Ministero della Salute ministero Ambiente ed anche fondi europei. Sull’argomento abbiamo presentato un apposito ordine del giorno e nella sede del Consiglio comunale attendiamo un confronto serrato sulle nostre proposte.
Consigliere Pasquale MARINO – GRUPPO LEGA

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