Civitavecchia. Memoria a Papa Giovanni Paolo II, Scotto: “Io vado avanti, non mi fermo”
Tutto quello che ho sempre fatto è stato unicamente dettato da uno slancio di amore e rispetto che nutro per la mia città, Civitavecchia.
Non ho mai chiesto alcun tornaconto personale e non ho mai usato il nome della mia Associazione per scalare i gradini della politica.
Ho sempre visto i tanti impegni solo come una possibilità per dare un piccolo e luminoso contributo a questo luogo che mi ha visto crescere e diventare un uomo. Un cittadino.
Sono ormai quasi due anni che mi batto in prima persona, sostenuto soltanto da quanti credono come me ancora nel valore profondo degli esseri umani, perché venga data memoria alla figura del Santo Papa Giovanni Paolo II.
Prima con la richiesta di una via a lui dedicata, e poi con il progetto unico di una statua a ricordo.
Sono anni che porto avanti, impugnandole come se fossero un autentico vessillo, le buone intenzioni per la partecipazione attiva e costruttiva ai tanti progetti spendibili per la nostra città.
Quello che ho avuto fino ad ora è stata però soltanto la confusione burocratica delle risposte e il continuo rimandare il tutto ad un tempo sempre più lontano.
Mi rivolgo ora a quanti continuano ad ostacolarmi, con mezzi poco consoni ad un’etica e ad una morale del vivere la pubblica cooperazione, facendo carta straccia di tutte le mie richieste e negandomi qualunque accesso ai rapporti, anche più semplici, con la stessa amministrazione pubblica.
Sì, mi rivolgo proprio a queste persone.
In città molti mi chiedono spesso il perché di questa non collaborazione da parte del mondo politico locale con la mia Associazione.
La mia risposta è però, purtroppo, sempre dolorosamente vaga.
Io non lo so, e non riesco a spiegarmelo.
Ritengo di aver fatto tutti i passi più giusti e idonei alle mie richieste di appoggio e sostegno da parte di chi occupa quei posti destinati proprio ad aiutare la città a crescere, ma senza che nulla si sia mai venuto a creare di realmente costruttivo.
Questo non vuole assolutamente essere un attacco all’amministrazione pubblica della mia splendida città, ma un atto di fedeltà a quelle regole giuste che caratterizzano il valore dell’opera e del lavoro di ognuno di noi. E lo dico con profonda consapevolezza sapendo che è solo dalla giusta unione di forze che si può mandare avanti qualunque tipo di progetto.
Io sono un semplice ragazzo che vuole solo fare del bene alla sua Civitavecchia. La nostra Civitavecchia.
Non cerco la gloria e non porto rancore, ma voglio ricordare a quanti ancora mi ostacolano che non mi fermerò, perché credo nelle cose fatte per il bene del prossimo e so che un giorno le nubi che ora sembrano minacciose si scioglieranno e lasceranno finalmente filtrare la luce della giustizia.
Io vado avanti, non mi fermo.