Soporiferi e frustranti. Non possono definirsi altrimenti i Consigli comunali che la maggioranza ha deciso di non tenere in presenza. Continue interruzioni per disturbi di connessione, difficoltà a connettersi, microfoni che non funzionano, sovrapporsi di rumori sono il contesto nel quale si trascinano stancamente interventi che non si sa mai chi stia ascoltando. E se questo è l’effetto che i Consigli comunali fanno a chi partecipa (si fa per dire) possiamo solo immaginare quale sia l’effetto sul cittadino che provi a seguirne uno.
La tutela della salute, principale motivazione di questa modalità di effettuazione dei Consigli, è quanto mai discutibile soprattutto a fronte di quanto accade in Parlamento dove le sedute continuano a tenersi in presenza e, come i mezzi di informazione ci mostrano, sono frequenti anche piccoli capannelli, rigorosamente con mascherina.
Quello che viene richiesto è di garantire un adeguato distanziamento e questo si può tranquillamente ottenere effettuando i Consigli nell’aula Pucci chiusa al pubblico e garantendo ai cittadini la ripresa in streaming e la vivacità di un dibattito a “viso aperto”.
Proprio la facile attuabilità di queste misure precauzionali rende poco plausibili le motivazioni della maggioranza ad effettuare Consigli comunali dal “vivo”. Pretestuoso è, poi, il trincerarsi dietro discutibili interpretazioni sulle modalità di effettuazione dei Consigli comunali in aperto contrasto con quanto la stessa Associazione nazionale dei sindaci afferma.
E’ quindi chiaro che questa maggioranza dilaniata dai conflitti interni , povera di idee, pronta a lottizzare i servizi pubblici ha timore del confronto aperto. Rifugge, quindi, dalla talvolta dura dialettica politica per rifugiarsi nei più comodi salotti casalinghi o in errabonde partecipazioni telefoniche limitando la partecipazione dei suoi componenti al solo dire “favorevole” al momento della votazione.
Per rispetto dei cittadini e per la dignità al dibattito politico si torni in Aula al più presto
Marco Di Gennaro, Marina De Angelis, Marco Piendibene