Cruise ships in port

Civitavecchia, 5 maggio 2020 – Come noto il comparto crocieristico ha, da sempre, contribuito in modo “trainante” allo sviluppo del porto di Civitavecchia. Lo stesso risulta, tuttavia, uno di quelli maggiormente colpiti dall’attuale emergenza Covid-19.

Le future misure collegate alla successiva ed incombente fase di ripresa, oltre a sostenere il turismo crocieristico ed il relativo comparto, potrebbero interessare, altresì, l’implementazione di un efficace meccanismo di sicurezza sanitaria.

In ragione dell’esperienza maturata, sulla base di una condivisa riflessione tra il Comandante del porto, Vincenzo Leone e il Presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo, un eventuale investimento nel settore sanitario marittimo, soprattutto per le enormi potenzialità che esso costituirebbe per l’intera regione, potrebbe rappresentare un vincente volano di impulso per la ripartenza.

Raggiunta, infatti, una sostanziale riduzione della circolazione del virus nel Paese, la sfida principale sarà quella di assicurare la riattivazione dei collegamenti marittimi e l’avvio dell’intera economia portuale senza compromettere i risultati ottenuti in termini di salute pubblica.

Fin dalle fasi iniziali di gestione dell’emergenza la stretta collaborazione tra le istituzioni preposte e i vari attori della filiera del trasporto marittimo hanno assicurato la definizione e la tempestiva adozione di processi operativi fondamentali per il contrasto alla diffusione dell’epidemia.

In ragione di ciò, Civitavecchia avrebbe, infatti, i necessari presupposti per la realizzazione di un polo sanitario di nuova concezione e di alto valore aggiunto, non solo in grado di offrire servizi efficaci per un’utenza (milioni di crocieristi e centinaia di migliaia membri di equipaggio) bisognosa di assistenza “post-Covid 19” ma anche di supporto ad un più ampio bacino di riferimento costituito dal “triangolo“ ad altissima concentrazione antropica dei milioni di viaggiatori in transito tra Roma, Fiumicino e Civitavecchia.

Il progetto sfrutterebbe le già esistenti eccellenze della Sanità Marittima – che opera, peraltro, in sincrono con lo scalo aeroportuale di Fiumicino – e le strutture logistiche presenti e facilmente implementabili, nonché il concreto interesse degli operatori del crocierismo internazionale.

In tal senso, di grandissimo interesse potrebbe essere la sinergia che intorno a tale progetto di sviluppo logistico sanitario verrebbe a crearsi tra il Pubblico, costituito dalla Sanità nazionale/regionale, dal MIT e dall’Autorità di Sistema Portuale, ed i privati (tra cui le grandi compagnie di navigazione), interessati a contribuire a realizzare infrastrutture e servizi in grado di offrire una “rinnovata percezione” di sicurezza sanitaria per l’utenza del settore.

Tale approccio coordinato ha rappresentato un valore importante all’avvio della crisi e riteniamo vada preservato in tutte le fasi successive di gestione post-crisi.

Il citato Polo sanitario potrebbe svolgere anche una funzione di supporto all’attività didattica in favore dei marittimi, tra cui la certificazione degli stessi, nonché utilizzato come punto di osservazione e di assistenza di carattere sanitario soprattutto per i passeggeri.

In base a quanto sarà disposto dalle Autorità sanitarie, ed in particolare dall’USMAF (Ufficio di Sanità Marittima), la Guardia Costiera, in qualità di Autorità Marittima deputata a garantire la sicurezza portuale, nella doppia accezione di safety e security, potrà certamente continuare, in sinergia con l’Autorità di Sistema Portuale, a garantire un ruolo di efficace coordinamento dei soggetti a vario titolo coinvolti.

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