Civitavecchia, Scilipoti (PD): “E’ ora di convocare un Consiglio Comunale su CSP”
Non senza rammarico sono costretto a constatare che tutte le richieste di chiarimenti fatte all’ Amministrazione Comunale sulle problematiche che investono CSP, attraverso interrogazioni, mozioni, interventi nelle commissioni consiliari e persino a mezzo stampa, sono tristemente cadute nel vuoto.
La politica non può più mettere la testa sotto la sabbia, ritengo che sia giunto il momento di convocare un Consiglio Comunale straordinario avente ad oggetto tutte le criticità dell’azienda e cosa l’attuale Amministrazione Comunale intende fare per risolverle in modo definitivo.
Ho deciso pertanto di farmi promotore di questa proposta verso il Capogruppo del PD in Consiglio Comunale Marco Piendibene, affinchè si possa trovare unità con gli altri Consiglieri di opposizione nel richiedere congiuntamente la convocazione di un Consiglio Comunale urgente su CSP.
Troppe sono le questioni ancora irrisolte, a partire dai dati di bilancio, allo spacchettamento ed affidamento dei servizi a ditte esterne, fino alla recente selezione per il ruolo di Direttore Generale, una figura di cui riesce difficile capire l’utilità in questa delicata fase di gestione (avendo da poco la società già cambiato il Presidente e reintegrato il cda).
Ritengo che l’Amministrazione Comunale che attraverso la sua massima espressione, cioè il Sindaco Tedesco che è anche il rappresentante del Socio unico di CSP, cioè il Comune di Civitavecchia, debba fornire ai cittadini ed ai lavoratori delle spiegazioni, su cosa si intende fare nell’immediato per porre fine ad una situazione che vede la qualità dei servizi in continua diminuzione ed i costi in costante ascesa.
E’ ora di intervenire ed occorre farlo rapidamente, prima che sia troppo tardi, prima che la calura agostana ci faccia risvegliare a settembre con una rotta che ormai sarà impossibile invertire, con una città sporca ed immersa nel degrado, i lavoratori di CSP che rischiano il posto di lavoro ed i cittadini che pagano le tariffe più alte d’Italia per i servizi (ormai quasi del tutto ridotti a “disservizi”).