Il consigliere Pasquale Marino, del Gruppo Lega al Comune di Civitavecchia, ha replicato alla nota stampa del Presidente pro tempore dell’Università Agraria di Civitavecchia: «Daniele De Paolis, sordo ad ogni richiamo, ha nuovamente risposto in data 19 settembre con una nota stampa ad una lettera pervenuta dalla Regione Lazio, la n° 0727439 datata 16 settembre 2021, con la quale la Regione chiarisce e informa la cittadinanza di Civitavecchia circa la non legittimità dell’Agraria a rilasciare, peraltro a pagamento, attestazioni/certificazioni sull’esistenza del vincolo degli usi civici. Detti documenti, insomma, non hanno alcun valore legale né ai fini urbanistici né ai fini vincolistici.
«Il tono della risposta» scrive Marino, «è il solito, strafottente e irritante, e tende in sostanza a giustificare l’emissione da parte dell’associazione di documenti che non hanno, come specificato nella nota regionale, “alcun valore legale né ai fini urbanistici né ai fini vincolistici”. Il solo risultato che si ottiene, con quelle certificazioni, è di far spendere denaro ai cittadini e ingenerare confusione, ma il Presidente sembra non capirlo e continua ad alimentare gli equivoci. La nota della Regione, infatti, diffida l’Agraria a non rilasciare più atti del genere che possano creare confusione e precisa, tra l’atro, che secondo la normativa Regionale vigente è il Comune che in sede di rilascio del Certificato di Destinazione Urbanistica attesta o meno la presenza di gravami di uso civico. Ciò detto esprimiamo la nostra soddisfazione per la netta presa di posizione (finalmente) della Regione sulla questione. Da tempo Comune e Comitati e altre forze politiche in vari modi avevano evidenziato e segnalato questa problematica agli organi competenti e anche tramite stampa, attraverso la quale il Presidente pro tempore De Paolis aveva stigmatizzato e deriso le nostre ipotesi di illegittimità: ebbene ora possiamo informarlo che il “suggeritore” del Consigliere Marino (gruppo Lega) era proprio la Regione Lazio…
«Fatte queste considerazioni, consigliamo la Dirigenza UA di restituire agli interessati l’importo delle inutili certificazioni emesse. Con l’occasione, viste anche le vicende sul PGAF, consigliamo anche di adeguare con urgenza lo statuto, malamente aggiornato da UAC nel novembre 2018, dato che non rispetta quanto previsto dall’accordo Stato-Regione, per l’applicazione della Legge 168/2017 (trasmesso per l’applicazione sempre dalla Regione ai Comuni e a tutte le agrarie con nota del 2019). Lo statuto UAC, infatti, diversamente da quanto previsto, non comprende i seguenti organi: Assemblea degli utenti (soci), Comitato di amministrazione eletto dall’assemblea degli utenti, Presidente del Comitato di amministrazione, Collegio dei Revisori dei Conti, Collegio dei Probiviri ed è quindi privo di tutti quei controlli che avrebbero potuto evitare l’attuale rovina regolamentare, amministrativa e sociale dell’Ente. Infine» ha concluso Marino, «un’ultima raccomandazione e cioè quella di indire subito le elezioni, ormai rimandate da oltre un anno e mezzo, per riportare l’UAC ad essere un’istituzione virtuosa nel rispetto del mandato istituzionale».