In questi giorni la locale università agraria sta emettendo una serie di comunicati stampa con l’intento di promuovere una legge regionale sull’istituto della sclassificazione che certamente può essere una soluzione per diverse situazioni critiche esistenti, non solo nel Lazio, nelle quali sono riconosciuti vincoli di uso civico demaniale in zone anche fortemente edificate e/o edificabili.

 Il Consiglio di Amministrazione dell’Agraria si vanta di esser promotore dell’istituto della sclassificazione, ma nei fatti in questi giorni, nelle competenti Commissioni consiliari della regione Lazio, sono in discussione ben tre proposte di legge sull’argomento: la n.157 del 29/5/2019 presentata dalla Giunta Regionale, la 120 del 22/2/2019 presentata dai consiglieri on Minnucci e on Mattia e la terza n. 221 del 24/6/2019 presentata dagli onorevoli Porrello De Vito e Corrado. Quindi l’agraria prende a spunto queste iniziative della Regione, valide certamente per altre realtà,  per millantare che la proposta, partita dall’agraria di Civitavecchia, può aiutare la nostra collettività investita dal problema dei demani in aree largamente edificate. Gli amministratori UAC si mostrano compresivi per il fatto che “I cittadini si sono trovati inconsapevolmente in difficoltà” e  suggeriscono ai partiti di superare gli schieramenti politici per approvare la sclassificazione, grande  panacea per Civitavecchia.

Quella legge però non è fattibile a livello regionale, ma solo a livello statale e non lo diciamo noi, ma proprio l’Associazione Regionale Università Agrarie del Lazio per bocca dell’avvocato Marian, quindi la proposta serve solo a creare ulteriore confusione e a tentare di imbellettare le reali intenzioni dell’associazione che in realtà continua nelle sedi opportune a trovare ogni cavillo legale  per ritardare la soluzione.

Si veda al riguardo il recente ricorso alla Corte di cassazione sul regolamento preventivo di giurisdizione, dipinto naturalmente dall’amministrazione UAC come garanzia per la  collettività, ma che altro non è se non un tentativo di mettere altra sabbia negli ingranaggi della giustizia. Ed infatti UAC chiede nel ricorso che la Corte di Cassazione si pronunci per l’incompetenza del Commissario agli Usi Civici nelle cause sulla “qualitas soli”, mentre non più tardi di un anno fa nel ricorso 16278/19, terminato con l’ordinanza n° 8564/21, sosteneva esattamente il contrario!

Ma poi a cosa servirebbe per Civitavecchia sclassificare i demani se i demani sappiamo che non ci sono? Forse a garantire ancora qualche “tenue compenso” alle vuote casse dell’UAC che dai  pochi dati di bilancio accessibili e finora presentati,  vediamo continuare a spendere molto più di quanto potrebbe?

La Regione Lazio nella “memoria di Costituzione” ha chiesto alla Cassazione di dichiarare inammissibile il ricorso dell’Agraria; la Cassazione si è già pronunciata dichiarando espressamente che  il Tribunale adito è il Commissariato agli Usi Civici, ma intanto il tempo passa e UAC continua a tenere sotto scacco migliaia di cittadini.

Scaramucce legali messe in atto da UAC tramite il suo legale avv. Pucci che,  pur avendo in precedenza sempre asserito che il Tribunale adito dovesse essere il Commissariato Usi Civici, adesso, secondo noi pretestuosamente, vorrebbe spostate le cause ad altro Tribunale visto che il Commissario si è già espresso con  sentenze contro l’Agraria, si veda  la n. 43/2020  e la 66/2019. Non ci sembra proprio che questo sia procedere in punto di diritto, come asserito da UAC, tutt’altro.

Abbiamo chiesto, anche come Amministrazione Comunale, al Commissario Dr Catalani di proseguire nel suo lavoro pronunciando le sentenze senza aspettare l’esito del giudizio di cassazione, stante, a detta degli avvocati, la non particolare fondatezza del ricorso.

Chiudiamo rinnovando l’invito ad UAC a riportare l’Ente nel solco della legalità convocando subito regolari elezioni  e ad accettare la ormai universale posizione delle istituzioni, dei periti (CTU, CTP regionale, ecc) e del Giudice circa la inesistenza dei demani sul territorio di Civitavecchia, piuttosto che ricercare soluzioni con improbabili espedienti legali.

Pasquale MARINO  Gruppo Lega

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