Claudio Del Falco a Ladispoli incontra gli studenti del Di Vittorio
LADISPOLI – Proporre esempi concreti ed esperienze di vita che motivino i giovani, li aiutino a superare i momenti di criticità e li sostengano nelle loro scelte: questo l’obiettivo di un Progetto basato sulla cultura sportiva, coordinato dalla Prof.ssa Carmela Panzella e dall’attore Tony Scarf all’Istituto Alberghiero di Ladispoli. Un percorso formativo che ha riscosso l’interesse e l’entusiasmo degli studenti perché imperniato sulla storia vera di un famoso campione raccontata dal film di Claudio Fragasso “Karate Man”, che è stato proiettato nell’Aula Magna dell’Istituto “Giuseppe Di Vittorio” il 23 e il 27 novembre. Al centro dell’opera c’è l’insostituibile potere della disciplina sportiva come strumento di educazione, riscatto e addirittura rinascita interiore: tutti temi che hanno coinvolto gli studenti incontrando la loro sensibilità, stimolandoli alla riflessione, all’analisi e all’approfondimento. Ma l’emozione più grande, dopo la visione del film, è stata quella di vedere dal vivo Claudio Del Falco che il 27 novembre ha incontrato gli allievi nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore “Giuseppe DI Vittorio”, rispondendo a tutte le loro domande. Claudio Del Falco, affetto sin da bambino da una grave forma di diabete, è stato campione europeo di kickboxing nel 1992 ed è campione mondiale in carica di Karate Master UTK, ma è anche attore e appassionato di cinema. “Lo sport – ha sottolineato – insegna a porsi un obiettivo e a perseguirlo con disciplina. Con il diabete ho imparato a mangiare quando dovevo e non quando volevo. Lo sport trasmette valori che durano tutta la vita perché l’attività sportiva non finisce mai”.
“E’ stata una giornata indimenticabile. – ha commentato la Dirigente scolastica Prof.ssa Vincenza La Rosa – Come educatori puntiamo da sempre ad arricchire la nostra offerta formativa con esperienze capaci di coinvolgere gli studenti. Il cambiamento culturale deve partire dai giovani e dalle nuove generazioni e lo sport insegna a vincere le sfide più difficili: quelle della vita”. “Desidero ringraziare Claudio Del Falco e Tony Scarf – ha aggiunto la Prof.ssa Carmela Panzella – che hanno saputo proporre temi di grande rilevanza, trovando una perfetta sintonia con i nostri allievi. Particolarmente emozionante è stato inoltre l’incontro con due studenti del Corso AFM che praticano Karate e Judo: Rebecca Ortu e Roberto Bedini. Ma il Progetto non finisce qui. raccoglieremo tutte le impressioni e riflessioni suscitate da questa bellissima esperienza per farne tesoro. E all’elaborato giudicato migliore assegneremo un premio. A Claudio Del Falco, prima di salutarlo con la promessa di rivederci presto, abbiamo inoltre voluto rivolgere alcune domande”:
La proiezione del film “Karate Man” nel nostro Istituto ha riscosso uno straordinario successo ed ha entusiasmato gli studenti. Merito senza dubbio di una narrazione efficace che è arrivata direttamente al cuore e alla mente dei nostri allievi. Ha avuto già altre occasioni di confrontarsi con i giovani di una Scuola Superiore? Quali impressioni ed emozioni ha suscitato questa esperienza in chi, come lei, ama allo stesso modo lo sport, il cinema ma anche il mondo della formazione?
Sono stato felicissimo…. Amo stare con i giovani, sono il nostro futuro, la nostra speranza e hanno bisogno di riferimenti, di consigli dati da persone che abbiano prima acquisito la loro stima. I ragazzi di oggi non regalano niente e ascoltano solo le persone che stimano! Spero che l’entusiasmo dimostrato l’altro giorno in aula abbia aperto i loro cuori e che i nostri consigli siano arrivati efficacemente.
Nel film lo sport viene presentato, al di là dell’agonismo, come filosofia e palestra di vita. Ma è centrale anche il rapporto con la malattia. Abituarsi a combattere per vincere un match può aiutare ad affrontare le sfide dell’esistenza, soprattutto in una fase così delicata come quella dell’adolescenza? E’ una ricetta valida anche per chi non possiede, come lei, una volontà di ferro e muscoli di acciaio?
Assolutamente sì. Nell’arco della vita purtroppo spesso succedono cose brutte che ci distruggono sia emotivamente che fisicamente e ci mandano al tappeto, come malattie o lutti e tante altre cose che possono mandarci in depressione. E’ proprio in quel momento che bisogna reagire, rimboccarsi le maniche e trasformare l’evento negativo in qualcosa di positivo. Esattamente come quando si sta perdendo in una competizione! Allenarsi, fare palestra ed abituarsi al sacrificio può essere sicuramente una formula vincente, soprattutto in età adolescenziale. La volontà di reagire e di combattere, così come i muscoli, si devono allenare. Perché solo con l’allenamento si possono ottenere dei grandi risultati.
Secondo le ricerche più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità nel primo anno di vita, il 22% dei bambini passa davanti a uno schermo almeno un’ora al giorno; una percentuale che arriva al 58% già nel secondo anno di vita. In Italia sono sorti 87 Centri territoriali contro l’uso eccessivo di device. Ad essi si rivolge quasi il 30% di bambini e giovani tra 0 e 17 anni. Come commenta questa situazione in cui il mondo virtuale ha preso il sopravvento su quello reale? Lo sport, secondo lei, potrà salvarci dal “dispotismo” del digitale?
Assolutamente sì. Lo sport potrà salvarci da questo dispotismo del mondo digitale, ne sono convinto, e sicuramente ci permetterà di passare da spettatori di un mondo virtuale ad attori protagonisti della nostra vita, dove non si sta più a guardare quello che fanno gli altri, ma ci si allena a praticare qualcosa fatto da noi che può sicuramente renderci migliori!