“Siamo sorpresi che il Presidente Di Maio non ricordi l’incontro avvenuto presso Molo Vespucci il 4 febbraio u.s., dove la rappresentante regionale del CODACONS e Responsabile Porti e Logistica, ha evidenziato tutta una serie di problematiche emergenti: dalla mancata attuazione delle contromisure che l’AP avrebbe dovuto prendere a seguito dello studio “Porto Amico” effettuato dal Codacons Nazionale al fine di migliorare i servizi e la fruibilità del porto di Civitavecchia, a problemi attinenti alla gestione dell’Ente, tra cui “quelle voci” che riferivano di strani Ordini di servizio e Decreti presidenziali che, di fatto, promuovevano alcuni impiegati dell’Autorità, finanche all’assurda sospensione del bando per il capo dello Staff fatta poche ore prima al fine, come si legge dal decreto di sospensione (di cui il Codacons nazionale è venuto a conoscenza solo grazie al fatto che anche la propria responsabile regionale aveva presentato domanda), di assumerlo a “chiamata diretta”, motivazione che non è certo un merito di cui vantarsi da parte del Presidente, poichè la nuova legge impone la selezione pubblica, e ci sono persone che hanno legittimamente partecipato al bando ed hanno già presentato diffida per abuso e omissione di atti di ufficio, e che certamente faranno ricorso. Lui non ricorda, eppure il colloquio si è svolto alla presenza di due Dirigenti dell’Ente.
Ma sulla legittimità di tutto questo siamo certi si pronunceranno gli organi preposti, e, riteniamo, anche i sindacati, sia a tutela di tutti gli altri lavoratori dell’Autorità, che dell’utilizzo di denaro pubblico.
Ricordiamo inoltre al Presidente smemorato, che a seguito poi della segnalazione all’Anac sulla trasparenza, il Codacons nazionale ha ottenuto la pubblicazione di tutti i dati dell’Ente, tra cui il nuovo Organigramma, dal quale si evinceva come quelle “voci” interne all’Ap sulla “promozione” di alcuni, potessero essere concrete, e che, a seguito della pubblicazione dati, si sono probabilmente trasformate in lettere anonime, che l’Associazione ha ricevuto il giorno 8 febbraio, e proprio al fine di evitare l’ennesima denuncia, la Presidente dell’Associazione ha personalmente telefonato a Di Majo, che ha però frettolosamente riattaccato senza conoscere il motivo della telefonata e promettendo di richiamare. In un eccesso di scrupolo ha interessato della cosa anche un Dirigente dell’AP, che le ha riferito che Di Majo avrebbe richiamato l’Associazione. Cosa che non è mai avvenuta.
Non possiamo quindi che sorridere delle due amnesie di Di majo che afferma di “trovare inaccettabile” il nostro modus operandi “anziché rivolgersi direttamente a lui”, cosa che l’Associazione ha invece fatto oltremisura, dopodichè, era nostro dovere segnalare il tutto alle Autorità competenti, anche perché, giova ricordarlo, la nuova normativa Anticorruzione impone anche alle Autorità competenti di prendere in considerazione le missive anonime, figuriamoci se possa esimersene l’Associazione, alla quale magari, i cittadini hanno meno timore a scrivere, e che ha il dovere di tutelarli e di fare da collante tra loro e le Istituzioni.
Il Codacons non ha assolutamente dato credito a esposti anonimi ma anzi ha denunciato gli estensori per calunnia se si riveleranno infondati come ci auguriamo, ma se al Codacons arriva un esposto anche anonimo che segnala fatti costituenti reato perseguibili d’ufficio, per statuto l’Associazione è tenuta a trasmettere alla Magistrature; in questo caso ovviamente si è chiesto al magistrato e all’Anac di verificare i fatti e nel caso si accertasse che siano infondati, di procedere per calunnia contro gli estensori”.
Lo ha comunicato il Codacons.