lago bracciano

Acea arrogante ed irresponsabile.

Giù le mani dal lago di Bracciano. Con un livello posto a – 177 centimetri sotto lo zero naturale alla data del 20 febbraio scorso, la multiservizi Acea Ato 2 anziché fare ammenda per la distruzione dell’ecosistema protetto a livello europeo si appella al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche affinché si proceda con l’annullamento della deliberazione regionale del 29 dicembre scorso che pone lo stop alle captazioni dal lago e introduce l’autorizzazione regionale ad una loro eventuale ripresa. Con questo provvedimento l’Acea si toglie la maschera e mostra appieno tutta la sua arroganza chiedendo addirittura un indennizzo. Acea deve comprendere che è in gioco la salvaguardia di un ecosistema attorno al quale ruota l’intera economia dei paesi rivieraschi e che l’acqua è un bene comune non già una esclusiva proprietà di Acea che la utilizza per trarne lauti profitti non ammodernando le linee. Acea deve capire che il territorio del lago di Bracciano non è una sua proprietà e che la popolazione non si farà scippare il bene più prezioso. Se non bastano le denunce alla Magistratura per accertare le responsabilità di questo stato di cose metteremo in campo azioni di altro genere. Il lago è un patrimonio che va universalmente tutelato e difeso.

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