lago bracciano

Siano resi pubblici immediatamente i dati dei prelievi dal lago di Bracciano da parte di Acea. Sono passati molti giorni da quando Zingaretti ha annunciato pubblicamente che avrebbe comunicato ai paesi rivieraschi e al Parco i dati sui prelievi ma ad oggi questi dati restano top secret.

Ancora una volta dobbiamo constatare che alle parole non seguono i fatti. Si ricorda infatti che l’8 settembre scorso il presidente regionale nell’annunciare la autorizzazione ad Acea di altri quattro fonti di captazione ha testualmente dichiarato: “Da oggi in poi la Regione Lazio trasmetterà alle amministrazioni rivierasche interessate il dato giornaliero delle captazioni operate dal lago di Bracciano, da parte del gestore Acea Ato 2 spa. Questo importante risultato è frutto dell’azione condotta dalla Regione per preservare il lago e consentire un monitoraggio giornaliero costante e continuo sul flusso di approvvigionamento della risorsa idrica in maniera trasparente e diffusa con i Comuni del Lago e dell’Ente Parco”.

Nessun dato è tuttavia oggi diffuso né dalla Regione Lazio, né dal Parco di Bracciano-Martignano, né dai Comuni rivieraschi. Perché?

Per sollecitare la pubblicazione erga omnes dei dati sulla captazione il Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano ha scritto oggi a Regione Lazio, Parco di Bracciano-Martignano e sindaci di Bracciano, Anguillara e Trevignano.

Il Comitato ribadisce inoltre la necessità che sia un ente terzo, come l’Enea, l’Ispra o una Università, o gli stessi carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico che stanno indagando a seguito della denuncia querela da noi presentata a certificare i dati sulle captazioni.

Attendiamo inoltre ulteriori sviluppi dell’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia che ha portato al sequestro di 20 presunte captazioni abusive dal lago ma non ha ancora disposto, come richiesto nelle denunce querele depositate, il sequestro degli impianti di captazione Acea della Marmotta, vigilati 24 ore su 24 da una guardia armata pagata da Acea.

Il Comitato inoltre pone in evidenza come in questa vicenda si usano senza scrupoli due pesi e due misure. Acea stessa dopo aver paventato le conseguenze per gli ospedali romani di un eventuale razionamento dell’acqua su Roma considera routine approvvigionare l’ospedale Padre Pio con una autobotte a seguito di un guasto al servizio idrico di Bracciano, appena acquisito da Acea Ato 2, così come avvenuto – come da comunicato della stessa Acea – tra il 21 e il 22 settembre 2017.

 

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