“Commento alla decisione regionale di intimare l’Acea una soglia di prelievo che non superi i 161,90 metri di livello
Grande traguardo del movimento che ha fermato Acea dal prelievo di acqua dal lago di Bracciano. Uno stop stabilito dalla Regione Lazio dopo una lunga stagione di battaglie del nostro Comitato insieme ad altre associazioni con l’appoggio del Parco e dei Comuni rivieraschi. MA NON BASTA.
Constatiamo infatti che manca all’appello un metro e mezzo di lago. Tutto ciò significa milioni di metri cubi di acqua sui quali Acea e i suo azionisti staccano lauti dividendi.
Se infatti a 163,40 metri sul livello del mare (zero idrometrico individuato dal Parco di Bracciano-Martignano), sottraiamo 161,90 metri sul livello del mare, limite oggi ribadito dalla Regione Lazio, la differenza fa 1,5 metri.
Come sottolineato dal Rapporto Ispra sono scomparsi vari habitat naturali compreso quello dove viveva la ormai famosa Isoetes Sabatina per il recupero della quale la Regione Lazio ha stanziato di recente 30mila euro.
Avremmo espresso la nostra piena soddisfazione se la Regione Lazio avesse indicato oggi come limite da non superare quello dei 163,40 metri sul livello del mare, l’unico in grado di consentire una piena naturalità del lago.
Questa, a nostro avviso, sarebbe stata una piena vittoria del territorio.
Rivogliamo “il lago nostro”, rivogliamo l’ecosistema che avevamo, un gioiello di biodiversità, gravemente compromesso da gestioni dissennate di un bene comune come l’acqua.
Ora che è stato posto un punto fermo ai prelievi, è evidente che i territori e le comunità del lago devono restare protagonisti di una battaglia collettiva in difesa dell’ecosistema lago e indirizzata a definire un nuovo modello, maggiormente partecipato, di gestione dell’acqua”.
Comunicato dal Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano