Il lago di Bracciano non può essere sacrificato sull’altare delle inadempienze del Comune di Roma la cui azienda mentre “tratta” in Campidoglio, presenta un ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche per chiedere la sospensione dell’ordinanza regionale che dispone lo stop delle captazioni dal 28 luglio.
Chiediamo che siano il Ministro dell’Ambiente ed il Prefetto, ciascuno per le proprie competenze, ad intervenire urgentemente adottando dei propri provvedimenti, oggi stesso, in una vicenda che potrebbe rilevarsi irreversibile per un ecosistema protetto e per la stessa città di Roma.
Il ricorso contiene affermazioni di inaudita gravità che mettono a nudo l’assoluta mancanza di programmazione dal punto di vista della gestione del settore idrico sia del Campidoglio, sia dell’azienda alla quale è affidata la gestione.
Il Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano respinge ogni ipotesi di “cabina di regia” che non fa che prolungare l’agonia del lago e si dissocia da qualsivoglia ipotesi di accordo mirato alla revoca dell’ordinanza regionale che, lo ricordiamo, è stata assunta perché sono state violate le prescrizioni.
Riteniamo inoltre altamente scorretto l’atteggiamento di Virginia Raggi che non solo si muove solo quando ormai la situazione è gravissima ma che, con uno sgarbo istituzionale mai visto, tiene fuori i sindaci del lago di Bracciano, Anguillara e Trevignano, il Parco di Bracciano-Martignano, il Consorzio Lago di Bracciano e i Comitati, tutti uniti, al di là degli schieramenti politici, per la tutela di un ecosistema protetto.