Ci fa piacere l’iniziativa di Città Futura che assieme a Mario Agostinelli propone Civitavecchia come sito pilota per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Noi stessi avendo ben individuato le potenzialità dell’idrogeno a Civitavecchia, da più di un anno abbiamo proposto alla città il progetto Porto Bene Comune: una rivoluzionaria riconversione ecologica del sistema di Civitavecchia con produzione di idrogeno da fonti rinnovabili e suo utilizzo in diverse applicazioni, per il trasporto e la generazione di potenza in ambito portuale compresa l’elettrificazione delle banchine. Scopo finale è fare di Civitavecchia il primo porto completamente indipendente dalla rete e a zero emissioni. I principali soggetti attuatori potrebbero essere: l’Autorità Portuale che potrebbe fare da traino e da tramite sia con le realtà imprenditoriali locali (compresa la cantieristica navale), ma anche con potenziali soggetti industriali interessati, imprese pubbliche e private, senza trascurare il possibile coinvolgimento di Università come la “locale” Università della Tuscia, la Sapienza di Roma e di enti di ricerca quali l’ENEA e il CNR. La città di Civitavecchia attraverso il suo porto si candida ad essere polo sperimentale di eccellenza nell’utilizzo e nella validazione su scala reale significativa dell’intera catena dell’idrogeno verde e delle tecnologie correlate (produzione di energia, stoccaggio, distribuzione, mobilità e movimentazione a zero emissioni, compresa l’elettrificazione delle banchine, tramite utilizzo e riconversione dell’idrogeno verde). Il progetto ha come ricaduta non secondaria la possibilità di riconnettere la città con il suo porto, il quale potrà fornire possibilità di sviluppo economico all’intero comprensorio nella logica della necessaria transizione energetica, che non sia a gas. Il progetto PBC è il modo diverso di produrre energia e diventa laboratorio sperimentale, in alternativa alla prevista trasformazione a gas dell’attuale centrale Enel di TVN, proponendosi come alternativa per risolvere l’inevitabile crisi occupazionale correlata alla obbligatoria fuoriuscita dal carbone e alla sua trasformazione a gas. I tempi sono maturi, l’Europa ha lanciato il suo piano energetico futuro basato sull’utilizzo dell’idrogeno verde. I consistenti finanziamenti economici previsti dal Recovery Fund dovranno essere impegnati per la trasformazione ecologica. Sarebbe un peccato mortale, che le nuove generazioni non ci perdonerebbero mai, di farci trovare impreparati per affrontare adeguatamente la sfida epocale come quella che si sta delineando. In questo ambito proponiamo a tutte le forze politiche, economiche, sociali, imprenditoriali e sindacali un fronte comune per una giusta transizione energetica, libera dai fossili. Civitavecchia se lo merita dopo 70 anni di schiavitù energetica.