Il Comitato Sole esprime soddisfazione per la lettera inviata dal sindaco Tedesco al Ministero delle Infrastrutture in cui si chiede la disponibilità a valutare con il Comune e le autorità competenti la pianificazione dello spazio marittimo antistante Civitavecchia. Lo scopo è la costruzione di un futuro parco eolico offshore a venti miglia dalla costa con una potenza di circa 500 Megawatt.
Qualcosa comincia a muoversi verso la transizione energetica e l’alternativa ai fossili. Dopo la sottomissione al bando europeo “Green Ports” di Horizon 2020 del progetto ZEPHyRO (Zero Emission Civitavecchia Port through a green Hydrogen eco system), che intende realizzare su scala reale una serie di impianti e di dispositivi per lo sviluppo di una quantità di energia rinnovabile e di idrogeno verde, questa è la seconda buona notizia che ci fan ben sperare per il futuro industriale di Civitavecchia. Le giuste rivendicazioni dei metalmeccanici per il rilancio dell’occupazione, trovano in queste proposte l’unica risposta concreta.
Si prevedono circa nuovi 1000 posti di lavoro che porterebbero ossigeno alla grave situazione occupazionale in cui versa Civitavecchia e che è destinata ad accentuarsi nel 2025 con la dismissione della centrale a carbone e successiva trasformazione a gas.
E tuttavia, il Comitato Sole auspica per Civitavecchia un traguardo ancora più ambizioso: Next Generation UE è l’occasione di ripensare il profilo della città per il futuro dei nostri giovani. Questa volta Civitavecchia chiede non solo posti di lavoro, non più soggetti al ricatto lavoro/salute, ma anche una ventata di innovazione tecnologica che conduca la città e il comprensorio all’ avanguardia in Europa. Non solo dignitoso LAVORO, ma FUTURO all’ insegna di un paese in linea con le più avanzate proposte europee.
Si auspica che la costruzione dell’impianto offshore al largo di Civitavecchia sia vincolato ad un patto territoriale per lo sviluppo del comprensorio, un patto che veda associato il sindacato, le istituzioni (Comune, Regione, Governo) e le realtà imprenditoriali in una convergenza per lo sviluppo sostenibile dell’intera area. Si utilizzi l’energia rinnovabile prodotta per il territorio nelle attività del territorio, a partire in primo luogo dal porto e dalle attività che dentro e attorno al porto ruotano. Civitavecchia, dicendo no alle nuove turbogas, non vuole un nuovo megaimpianto, sia pure rinnovabile, che trasferisca energia fuori dalla città. Pretende il diritto di prelazione sull’energia prodotta dal parco eolico al fine di dar vita ad un laboratorio a cielo aperto: il progetto Porto Bene Comune di cui ZEPHyRO è la pura e semplice dimostrazione pilota di fattibilità.
Il progetto Porto Bene Comune prevede la totale ambientalizzazione del porto e assicura un futuro libero da servitù energetiche. Le rinnovabili e il vettore idrogeno sono in grado di alimentare autonomamente il comprensorio, la città e l’intero comparto portuale, uno dei settori centrali e più difficili da decarbonizzare. E’ una sfida tecnologica che vedrebbe slittare in prima fila Civitavecchia nella promozione di sviluppo sostenibile e che può concretamente riscattarla da settant’anni di subalternità al servizio della produzione energetica del Paese. Civitavecchia può inaugurare un nuovo corso in Italia e dare lustro al nostro paese diventando la punta di diamante del progetto italiano del Recovery Plan.

Comitato S.O.L.E.

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