Comitato Usi Civici Civitavecchia: “l’U.A. rispetti le direttive della Regione Lazio”
Come se non bastasse il coronavirus e i guai che sta provocando alla città, dobbiamo subire anche le farneticanti esternazioni del presidente dell’U.A. e di chi, retribuito con i nostri soldi, ha scritto per lui il comunicato del 12 marzo. Ora diffidano anche la Regione Lazio e cercano di confondere i loro concittadini parlando di oscure forze che tenterebbero di “rimettere tutto il patrimonio della collettività civitavecchiese sotto il gioco della politica più antica”. In realtà è tutto molto chiaro perché con lo scellerato aiuto della Regione è proprio questa U.A. e gli antichi personaggi della politica cittadina che stanno sfruttando le poche terre rimaste. Noi, cittadini colpiti ingiustamente nei nostri averi, non abbiamo altro interesse che quello di far rispettare i diritti della collettività e costringere questa U.A. ad ammettere, con i documenti e le sentenze, che non esistono usi civici sul nostro territorio. Entrando poi nel merito delle accuse alla Regione colpevole, secondo l’U.A., di aver sancito che la perizia Monaci ha “mero valore endoprocedimentale” e non è quindi utilizzabile per le certificazioni, il comunicato diviene risibile. Infatti una loro richiesta di chiarimenti, spedita nel giugno scorso alla Regione ed ancora senza risposta, sarebbe “l’unico fatto degno di nota di questa vicenda”. Ma non menzionano ad esempio la lettera, inviatagli dal Giudice nell’aprile scorso, che invitava l’U.A. e gli altri Enti coinvolti ad una soluzione di tipo amministrativo. Di queste lettere senza risposta l’U.A. non sembra preoccuparsi affatto, non gli importa ciò che non va nella direzione dei propri interessi. Il punto più divertente del comunicato è poi nella conclusione, perché dopo un lungo ed intricato discorso volto a sdoganare la perizia Monaci, giustamente bloccata dalla Regione per le 1221 opposizioni dei cittadini, si dice che “Non vi è, ad avviso dell’U.A. di Civitavecchia, nessuna ragione la quale impedisca alla Regione di rendere esecutiva la verifica espletata del dottor Monaci per quelle terre in ordine alle quali la stessa…esclude gravami di uso civico”. Cioè si chiede che la Regione ratifichi la Monaci per le terre libere da uso civico? E per quelle gravate che si fa, si continua con la perizia Rossi? Viene da pensare che per cercare di alzare una cortina fumogena e disorientare noi cittadini, si siano perduti nelle loro stesse nebbie.
Certo questa Regione , anch’essa sfuggente alle proprie responsabilità, ha gravi colpe nella vicenda degli usi civici a Civitavecchia, ma non quelle indicate dall’U.A., bensì soprattutto quella di aver demandato completamente al territorio ed in particolare a questi amministratori dell’ U.A., la responsabilità di indagini demaniali di così rilevante impatto, senza alcun controllo. La Regione ha affidato ai lupi la custodia del gregge. Stiano comunque sereni questi amministratori dell’U.A. perché le responsabilità ricadranno alla fine sui colpevoli di così rilevanti disastri cittadini.
Ricordiamo fino alla noia:
-Gli usi civici in Bandita delle Mortelle non esistono dal 1827 se non nelle proprietà residuali della UA per la parte della bandita acquistata dai Guglielmi con la transazione del 1929 e non ancora svenduta da questa UA;
-La perizia Rossi e con questa la determina regionale AO7844 del 2013 sono da considerarsi non attendibili e di conseguenza la perizia è da annullare e la determina da revocare;
-la perizia Monaci, errata come la Rossi per la parte riguardante Bandita delle Mortelle, non è applicabile;
-il ricorso in appello alla sentenza 66 del 2019 va sospeso;
– è da ricercare subito una soluzione amministrativa, magari stilando una nuova e corretta ricognizione che utilizzi le numerose perizie a disposizione, neutrali e non pagate da questa sciagurata U.A., prima fra tutte quella del perito del giudice, il CTU Notari. L’U.A. ha già i documenti, deve soltanto utilizzarli.
In conclusione vogliamo ricordare che è ormai in scadenza il mandato di questo esecutivo dell’U.A. e che, non appena la situazione sanitaria lo permetterà, è obbligo indire le elezioni per un nuovo esecutivo. Sarebbe nel frattempo auspicabile che gli attuali amministratori si occupassero solo dell’ordinaria amministrazione in attesa che i soci possano eleggere un esecutivo che persegua realmente gli interessi della città.