Con il termine conformismo si fa riferimento a un atteggiamento o tendenza ad adeguarsi a opinioni, usi e comportamenti pre-definiti e politicamente o socialmente prevalenti. Questo atteggiamento si può notare ad esempio nel modo di vestire o nel comportamento, o anche nelle idee e nei modi di pensare. Sigmund Freud, ne “Il disagio della civiltà” scrive: «Oltre agli obblighi cui siamo preparati, concernenti la restrizione pulsionale, ci sovrasta il pericolo di una condizione che potremmo definire “la miseria psicologica della massa”.
Questo pericolo incombe maggiormente dove il legame sociale è stabilito soprattutto attraverso l’identificazione reciproca dei vari membri. […] La presente condizione di civiltà americana potrebbe offrire una buona opportunità per studiare questo temuto male delle civiltà, ma evito la tentazione di addentrarmi nella critica di tale civiltà; non voglio destare l’impressione che io stesso ami servirmi dei metodi americani.» L’origine del conformismo risiede nella radice animale dell’essere umano che attinge le sue paure dalla solitudine fuori dal branco. Il conformismo e il suo oscuro potere hanno una grande influenza su tutti noi attraverso l’effetto gregge che ci coinvolge sistematicamente in ogni attività che svolgiamo, esso è un meccanismo di cui spesso e volentieri diventiamo protagonisti. Noi esseri umani siamo dei conformisti naturali, istintivi perché in noi c’è il retaggio antico dell’animale da cui deriviamo! Anche per noi è normale vivere in branco, riconoscere il capo e adeguarci alle regole collettive.
Ci copiamo nel vestire, nei modi di parlare, negli atteggiamenti e nel modo di pensare, spesso facendolo in modo automatico. Il conformismo nel modo di pensare lo applichiamo senza pensarci. Ma esattamente fino a che punto il conformismo in cui ci facciamo coinvolgere “manipola le nostre menti”? Possibile che siamo disposti a negare l’evidenza pur di essere conformi alle altre persone, al gruppo? Chi è sotto l’influenza del conformismo normalmente ha elevati livelli di ansia e un forte bisogno di approvazione da parte di personalità spesso autoritarie. Si perché, al di là dell’istintiva e primordiale spinta a far parte di un branco e ad avere un ruolo riconosciuto e approvato al suo interno per garantirci la soddisfazione dei bisogni fondamentali, il conformismo attecchisce bene in personalità fragili, insicure, con bassa autostima e, quindi, particolarmente bisognose dell’approvazione altrui. Per questa ragione può portare a dipendenza e all’emulazione fino ai casi estremi del fanatismo religioso o politico o alla criminalità organizzata. Ma la questione riguarda anche i cosiddetti normali che normali non sono perché più o meno siamo tutti nevrotici.
Il conformismo riguarda anche la cultura, l’educazione, la tradizione. È frequente sentire parlare le persone di valori, di abitudini di modi di essere appresi in famiglia e del loro desiderio di riproporli da adulti ai loro figli e nelle loro nuove famiglie. Questo le fa sentire al sicuro e riconosciute e approvate al loro interno dalla voce memorizzata dei loro genitori che dice loro: “brava bambina, hai fatto bene i compiti, mamma e papà sono contenti di te!”. Il conformismo è un meccanismo ipnotico individuale e di massa, primordiale e istintivo, che ci rende prigionieri, gregge, massa, branco anche fino alle estreme conseguenze.
Ma per fortuna c’è un antidoto: la consapevolezza! Quanto più impariamo a conoscerci, a ragionare con la nostra testa, quante più cose conosciamo di noi stessi e del mondo che ci circonda, quante più domande e dubbi coltiviamo dentro di noi tanto più liberi ci ritroviamo da queste dinamiche di manipolazione di massa nascoste dietro i rassicuranti termini di cultura e tradizione.
Il demonizzato anti-conformismo è la via maestra per liberarci dal servaggio bestiale dell’approvazione e del riconoscimento di gruppo e sociale. La realizzazione non riguarda il nostro adeguamento ad uno schema collettivo, il diventare un cittadino modello applaudito e rispettato dalle masse, ma il rompere questi schemi mentali e diventare semplicemente ciò che siamo sin dalla nascita: noi stessi nella nostra inimitabile, eccezionale e anticonformista unicità.
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